Il connubbio metal estremo e folk non è ormai materia sconosciuta, anzi di esempi ce ne sono a bizzeffe.
Ma devo rendere grazie all’amico e collega
Soulwarrior per avermi fatto scoprire la one man band britannica
Saor col precedente full lenght.
Qui non si tratta di black metal con parti acustiche, ma di una scelta stilistica del mentore di questa realtà musicale, lo scozzese
Andy Marshall di fondere musica pesante alla cultura celtica innervata nella tradizione della sua terra d’origine.
Difatti il nuovo album, che lo vede debuttare sotto
Season Of Mist celebra queste origini fin dal titolo; qui si sentono scossoni metal ma con un chiaro riferimento musicale antico e affascinante; qui si respirano le Highlands.
L’apertura ne è un chiaro segno, possente pezzo veloce, epico con delle chitarre che intessono trame ispirate alla musica celtica tradizionale; questa commistione è fiera e soprattutto con lo spirito brumoso di quelle terre.
Ecco che con “
The ancient ones”, dove un up tempo viene aperto da strumenti folk diventa drammatico con pennate in tremolo ma che prendono vigore e forza sostenute da percussioni; la voce pulita del frontman è doppiata dall’intervento femminile della sorella
Sophie per poi ecco arrivare l’assalto estremo con screaming feroci.
Ma attenzione, la melodia è sempre l’architrave che regge il tutto con attimi di ariosità e cambi di tempo che danno fluidità al tutto.
“
Aurora”, viene aperta da parti di batteria e un basso sinuoso per poi deflagrare con impeto mentre riff dal pathos drammatico ti tirano dentro in atmosfere arcane.
I cori sono perfetti mentre ci sono tempi furiosi in blast beats con screaming ma se ascoltate bene le chitarre sorreggono una base epicheggiante.
C’è una bella differenza tangibile tra la malinconia scandinava e quella proveniente dalle lande scozzesi, ma è comune il pathos diviso tra il tragico e il fiero sentire di quei popoli.
La titletrack è battagliera, quasi ai confini del power se me lo consentite; grande brano potente, veloce e sempre con una melodia vibrante; all’interno ci sono atmosfere e suoni che richiamano una chiamata alle armi con la chitarra che fa un solo pieno di heavy metal sciolto nel tappeto di tastiere arioso sostenuto da tocchi percussivi e arpeggi acustici fino al potenziamento della trama elettrificata.
Un grande ritorno, qui c’è orgoglio, amore per le proprie tradizioni antiche che pulsano nel sangue degli abitanti della Caledonia, fierezza e culto, celebratelo, celebrateli!
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