Debutto per la francese
Drakkar della one-man band romana guidata dal mastermind
Diabolical Egipan 666.
A differenza della compilation che ho trattato poco tempo fa nel quale c’erano all’interno pezzi molto vecchi provenienti da demo ed Ep vari, questo debutto ufficiale contiene materiale nuovo.
Posso dire che nel solco estremo si trovano diverse influenze ed un tocco melodico che da un senso pieno e più efficace alla formula, perché nonostante il nostro si muova sul sentiero della nera fiamma lungo queste tracce ha anche squarci interessanti e sostanziosi.
L’opener “
To Iblis the wicked” parte con una sfuriata condotta dalla drum machine implacabile con riffing che ricalcano certe cose fatte dai gruppi black scandinavi e il vocione cavernoso del frontman è feroce.
Il brano ha anche dei cambi di tempo; le chitarre sfruttano anche diversi registri come le vocals che passano da toni irosi a sussurri inquietanti unite ad inserti di tastiere.
Con il secondo brano si capisce bene che non c’è solo il black metal ma anche una vena dark, basta sentire le tastiere e la voce filtrata che poi apre a inserti vocali profondi e puliti; ottimo solo melodico che contrasta il riffing aggressivo ritmico.
Ora veniamo a due pezzi “sperimentali”, perché qui il leader incontrastato del progetto ha affrontato il tema dell’oscurità da più angolazioni come in “
A backward chant” dal climax disperato, condotto da arpeggi e tempi lenti oppure nella quasi industrial “
Xerobios” dove beat elettronici freddi e maligni convivono con incursioni vocali filtrate.
L’ultima traccia riprende la ferocia con un attacco all’arma bianca influenzato dallo swedish black metal con un riff caro ai demoni
Marduk ma stemperato nel solo melodico finale.
Un debutto che mostra chiaramente che il nostro offre più che del classico metallo nero, rendendo la formula più oscura e intrigante.
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