Kingsbane, secondo lavoro in studio dei canadesi
Osyron, viene dato alla luce nel 2017.
Abbastanza sorprendentemente, a distanza di pochi anni, in attesa del nuovo album previsto entro la fine del 2022, la band opta per una ristampa del disco, versione “Deluxe”, con delle tracce acustiche e rimasterizzate.
Una scelta che, a priori, potrebbe sembrare dettata solamente da logiche commerciali, ma che in realtà, si rivela quanto mai interessante, poiché ci offre la ghiotta opportunità di riscoprire un disco passato, a suo tempo, colpevolmente inosservato, dotato di pregevoli spunti e di un’invidiabile freschezza compositiva.
Eppure, in occasione della
recensione del EP “Foundations”, il nostro buon vecchio "Pippo Sbranf" si era già accorto della validità e della bravura degli
Osyron e lui, credetemi, è uno che se ne intende!
Kingsbane è un caleidoscopio di sonorità, tra loro anche agli antipodi, che si alternano in maniera equilibrata, molto spesso anche all’interno di una medesima traccia (vedasi la camaleontica
Griefmaker con il suo pathos crescente, o la virtuosa title-track), rispecchiando pienamente le emozioni che trasmette il brano. Talvolta le atmosfere sono delicate, per poi diventare taglienti come affilatissime lame, altre volte invece, partono immediatamente aggressive , per poi tramutarsi in intime melodie, capaci di pizzicare dolcemente le corde più profonde della sensibilità umana.
Stilisticamente, il sound degli
Osyron potrebbe essere ricondotto, al prog-power dei “Maestri” Symphony X, rispetto ai quali, i Nostri sono naturalmente meno tecnici (anche se le abilità, in tal senso, di certo non mancano nemmeno ai canadesi), tuttavia hanno una maggiore predisposizione alla musicalità, in stile Pagan’s Mind, Circus Maximus o Status Minor, tanto per intenderci.
Tutti i brani infatti, sono caratterizzati da un ottimo tiro melodico, a partire da
To War, passando per le armonie celtiche di
Razor’s Wind e
Empire Of Dust, dalla sfavillante
Viper Queen, fino a giungere alla spigolosa, ma profonda, a tratti epica,
Kingmaker, che chiude un lavoro veramente interessante e coinvolgente.
Menzione particolare per le chitarre, sempre incisive, di
Krzysztof Stalmach e
Bobby Harley, vero e proprio ago della bilancia all’interno dei vari brani, la cui tecnica adottata, che si tratti di solo, arpeggio o riff, determina l’andamento dell’intera traccia, e per il vocalist
Reed che, si rende autore di un’interpretazione pregevole a livello espressivo e priva di sbavature dal punto di vista esecutivo.
Dunque, la scelta di questa ristampa, alla fine, si è rivelata davvero utile, perché
Kingsbane (a tuttora l’ultimo lavoro discografico dei canadesi) mette in mostra una band che, pur non inventando nulla, può vantare un song-writing ispirato, un’ottima tecnica ed un’invidiabile attitudine melodica, tutte caratteristiche che si sposano perfettamente con il sound granitico degli
Osyron.
Per il momento, bravi.
Non resta che attendere il nuovo disco, nella speranza che sapranno riconfermarsi.