Prosegue a grandi passi la traiettoria artistica di
Jakob Björnfot - polistrumentista e compositore che si cela dietro il monicker
Kvaen - che, dopo il riuscitissimo debut "
The Funeral Pyre", ancora sotto l'egida della
Black Lion Records pubblica il successore "
The Great Below".
La novità è che dietro le pelli, al posto di
Perra Karlsson, abbiamo
Tommi Tuhkala (attivo nei brasiliani
Outlaw e nei finlandesi
Spell of Torment) mentre ancora una volta è assai nutrita ed importante la lista degli ospiti che insieme a
Jakob hanno contribuito a dare vita al nuovo album:
Mike Wead, Jeff Loomis, Sebastian Ramstedt, Angus Norder, Nephente Fridell ed il vocalist dei
Finntroll Mathias "Vreth" Lillmåns.
"
The Funeral Pyre" si è diffuso tra gli appassionati ricercatori di musica al di fuori dei soliti grandi nomi con la velocità che solo il passaparola riesce ad avere, facendo conquistare a
Kvaen il rispetto del pubblico, e "
The Great Below" ne è il degno erede.
Sgombriamo subito il campo: sebbene nel flyer di presentazione venga descritto come "
ancora più grandioso del debutto, con suoni più pesanti e brutali che mai", il livello medio del debut è sicuramente superiore ma parliamo comunque di un lavoro ben sopra la media.
La miscela di black, thrash, speed e classic metal proposta da
Kvaen fà centro ancora una volta grazie ad un lotto di canzoni che fanno immediatamente presa già dal primo ascolto.
Le soluzioni melodiche, pur nella generale sferzante aggressività, rendono il giusto omaggio ai maestri
Dissection mentre le partiture dai tempi più dilatati strizzano l'occhio all'heavy più classico.
Ascoltando più attentamente notiamo però un certo squilibrio nell'album: i primi quattro brani (dall'opener "
Cauldron of Plagues" sino a "
Damnations Jaw") hanno una complessità ed una identità assai più marcate dei quattro conclusivi, difetto che fa scivolare via gli ultimi 18 minuti quasi per inerzia.
Come dicevo poco sopra però parliamo sempre di un lavoro ben sopra la media e superiore a moltissime uscite di questo periodo, elementi che mi spingono a consigliarlo senza dubbi di sorta.
Kvaen - "
In Silence"
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