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La montagna ha partorito il topolino" ovvero la carriera dei finnici
Lamentarium riassunta in poche parole.
Nati nel 2011 a Joensuu (poi ci torniamo) i cinque ragazzi guidati dal drummer
Markus Tuupanen e dal chitarrista
Niko Oksman hanno autoprodotto la miseria di 2 EP in 11 anni non riuscendo a trovare una label che credesse in loro.
Basterebbe questo dettaglio - dopo aver ascoltato il nuovo dischetto "
Menneisyydeltä et Pakoon Pääse" - per imprecare contro la miopia di moltissime etichette discografiche.
Ma torniamo un attimo a Joensuu; se decidi di fare death/doom melodico e nasci in quell'angolo di Finlandia è quasi una certezza essere influenzato dai cittadini più illustri del paese: gli
Insomnium.
Ed è proprio la band di
Niilo Sevänen insieme agli
Eternal Tears of Sorrow, ai
Sentenced ed agli
Swallow The Sun, la fonte di ispirazione per i
Lamentarium che nel corso degli anni hanno levigato e raffinato la propria proposta musicale sino alla forma attuale, perfetta per esprimere tutta la sofferenza ed il dolore insiti nel proprio nome.
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Menneisyydeltä et pakoon pääse" significa "
Non puoi sfuggire al tuo passato" e si articola in 4 brani nei quali la tragedia del vivere viene resa tangibile dalla musica dei nostri, quell'irresistibile (alle mie orecchie) mix di death e doom venato da malinconiche incursioni di melodia.
La titletrack è la storia di uno scolaro vittima di bullismo che crescendo si accorge di come l'infanzia sfortunata lo abbia segnato e di quali sentimenti provochi il bullismo quando le persone rifiutano o hanno paura di chiedere aiuto.
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Kun me kuolemme" (
Quando moriremo) è una riflessione su ciò che ci lasciamo alle spalle quando moriamo: come si può - ed è realmente possibile - affermare di non aver vissuto invano? Solo una cosa è sicura: nessuno può sfuggire alla Nera Signora.
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Usva laskeutuu" (
Cade la nebbia) è un breve interludio strumentale che conduce all'ultimo brano del dischetto: "
Armahdus" (
Eutanasia).
È la storia di un uomo vittima di un incidente stradale che perde completamente l'uso del proprio corpo e di conseguenza la voglia di vivere.
L'unico modo per comunicare con gli altri è sbattere le palpebre, implorando loro di porre termine alla sua vita. L'ultimo desiderio del paziente è la morte.
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Menneisyydeltä et Pakoon Pääse", nonostante una produzione inevitabilmente non perfetta, suona vero, sincero sino al midollo, trascinante nelle sue ritmiche mutevoli ora delicate come bruma leggera, ora sferzanti come cristalli di ghiaccio.
Perchè - mi chiedo - solo 2 EP, cari
Lamentarium?
Non si potrebbe avere altra musica così?
Io provo a chiedere....magari vengo esaudito...
Intanto ai miei 25 lettori (cit.) lascio un assaggio:
Lamentarium - "
Menneisyydeltä et Pakoon Pääse"
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