Sono passati vent’anni dall’
ultima pubblicazione solista di
Ryo Okumoto, storico tastierista degli
Spock’s Beard.
Dal punto di vista stilistico, la proposta musicale di
"The Myth Of The Mostrophus" non si discosta molto da quella della band madre (e, in questo senso, l’aver coinvolto i compagni di gruppo insieme allo storico ingegnere del suono Rich Mouser probabilmente non ha aiutato), ovvero un progressive rock dilatato e muscolare con le tastiere un pochino più in evidenza (
“Mirror Mirror”).
Qualche concessione swing (
“Turning Point”) e un piglio talvolta più disimpegnato (
“The Watchmaker” suona come una moderna
“Turn It On Again”) non spostano comunque gli equilibri, cristallizzati nelle canoniche
“Maximum Velocity” (invero piuttosto spigolosa) e
“Chrysalis” (morbida e moderna).
La lunga titletrack, impreziosita dal sempre ottimo
Ted Leonard, mette a sistema tutte le influenze di
Ryo Okumoto, profondo conoscitore del repertorio di
Yes, ELP, Genesis e
Kansas.
Un piacevole ascolto estivo.
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