“
Siete caldi? Bene! Anchìo! Siete pronti? Bene! Anchìo”.
Parafrasiamo la famosa frase di Madonna al Comunale di Torino e immaginiamola gridata (con accento austriaco) dai
Mädhouse all’indirizzo di chi non ha smesso di esaltare i propri sensi attraverso l’ascolto quotidiano di Ratt, Motley Crue, Quiet Riot, Alice Cooper (quello
ottantiano ... rivolgersi a "
Passionkiller" per referenze ...), Poison e Skid Row.
Una “roba” piena di
cliché, sia chiaro (a partire dai
nicknames dei protagonisti …), eppure suonata con un’energia e una forza espressiva davvero travolgente, in un misto di sfrontatezza, vizio, grinta e seduzione capace di farti scuotere il sedere e agitare il testone, anche se la chioma è ormai un ricordo e l’effetto non è più quello dei “bei” tempi.
Nostalgia, dunque, ma anche un suono che ancora oggi ha il suo “sporco fascino” soprattutto quando a proporlo c’è la voce cartavetrata di
Tommy Lovelace, le chitarre taglienti di
Mikky Stixx e
Thommy Black e una sezione ritmica poderosa pilotata da due figuri che rispondono al nome di
Rickey Dee e
Casey Jean Eiszenman.
Il resto lo fanno
anthems ficcanti e possenti, appena “ingentiliti” da costruzioni melodiche accattivanti, per un quadro complessivo in grado di stimolare i gangli sensoriali anche di quei
musicofili che l’epopea del
Sunset Boulevard l’anno vissuta in “prima persona” e pur assaliti da prepotenti
deja-vu non possono proprio fare a meno di farsi coinvolgere da una dozzina di scorticanti
inni di strada, infischiandosene se non distillano inedite prospettive artistiche.
Ed ecco che il malcelato “dito medio” immortalato sulla
front-cover dell’albo diventa un esplicito messaggio da indirizzare ai sofisti del
rock n’ roll, a chi ha bisogno di un
viagra di presunta originalità per risvegliare il proprio desiderio sonoro, quando in fondo una manciata di canzoni immediate e ben congeniate funziona meglio di qualunque afrodisiaco.
E allora via, immergiamoci in questo clima fatto di melodie infide e licenziosa ruvidezza, a partire da una
title-track che introduce perfettamente al contenuto di un’opera che è un autentico concentrato di cori “a presa rapida”,
riff ficcanti e imponenti pulsazioni ritmiche, di fronte al quale è veramente impossibile rimanere indifferenti.
I
Mädhouse di “
Down ‘n’ dirty” riaccendono l’istinto di ribellione e voglia di trasgressione tipico dello
street-metal e anche se queste cose rimarranno in molti casi solo una suggestione illusoria, viverla con quest’intensità è sempre una bella sensazione.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?