L’esordio del nuovo gruppo di
Ray Alder e
Mark Zonder è un lavoro che non ha molto a che fare con le sonorità tipiche dei
Fates Warning (ed è giusto così, aggiungo io).
Lo spettro di Jim Matheos aleggia sulle riuscite
“Rise Again”, “At The Waters Edge” e
“Borrowed Time”, ma prevale un certo “disimpegno” figlio dell’AOR e dell’hard rock degli anni ’80 (penso a
“The Machine Gunner”, “Run Away” o alla solare traccia bonus
“The Silence Broken”, che mi ha ricordato i
Toto).
Il rifframa grooveggiante e nervoso di
Joop Wolters (
“Trial By Fire”, “The Far Side Of The Horizon”) contrasta con gli arrangiamenti più ricercati di
Vivien Lalu (
“Stranded”), che nel mix mi sembra complessivamente poco valorizzato.
Due riuscite ballad (
“Rise Again” e la più intrigante
“Sometimes”) vanno a impreziosire un album - dalla copertina discutibile - che sicuramente non cambierà le regole del genere, ma che si lascia ascoltare con piacere.
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