Degli svedesi non occorrerebbe fare troppe domande dato lo status e caratura; la folle compagine scandinava ha sempre cucinato un impasto sonoro che univa estremo e classico con l’aggiunta di black humor.
Perché il quartetto prende seriamente la propria musica ma non si prende sul serio, in fin dei conti si tratta di musica e deve intrattenere; con una copertina che potrebbe richiamare i film horror degli anni 70 ecco che qui abbiamo bordate death/thrash come l’opener condita da un solo gustoso alla rolleggiante “
Don’t burn the witch” dall’andamento cadenzato con il solo dell’ospite
Maciek Ofstad dei
Kvelertak.
Ma non è tutto, il climax horror si respira anche con il breve inserto dalle tinte doom minacciose “
Er steht in flammen” che porta alla veloce e serrata “
Popecrusher” tutta da scapocciare con un mood tutto eighties e il titolo è da
Oscar.
C’è anche da dire che il frontman
Angus Norder non fa rimpiangere i predecessori con una prestazione che lo vede mischiare growl profondi a screaming acidissimi e la produzione cristallina e potente rende giustizia a tutti gli strumenti.
La lenta ed oscura “
Left hand march” dal sapore doomy con un bel crunch di chitarre ha come ciliegina sulla torta il contributo di un certo
Hank Shermann, se non sapete chi sia, andatevi ad ascoltare i divetti plastificati o gli
Amaranthe!
“
Churchburner” è una violenta badilata in puro
Slayer style con l’aggiunta di vocioni con un chorus azzeccatissimo; proiettile che dura poco più di due minuti.
Altro treno in corsa impazzita è la velocissima “
A forest of burning coffins” che vede la partecipazione del frontman dei
Carcass,
Jeff Walker; pezzo che è un buon compendio del metal estremo.
Se volete passare una buona mezz’ora con del divertente heavy metal di stampo thrash /black sceglieteli, ne vale sempre la pena, io torno ad ascoltarmeli.
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