Ragazzi miei, eccomi qui a recensire la nuova fatica dei
Megadeth, calma e gesso; il sottoscritto aveva dodici anni quando ricevette il battesimo del fuoco nel sacro verbo metal con il grande “
Peace Sells…But Who’s Buying?”.
Quindi devo dismettere i panni del fan e indossare quelli di scribacchino anche se sarà dura; c’è da dire che rispetto al precedente album qui ci sono due novità.
Al basso troviamo l’ospite di lusso
Steve DiGiorgio che ha sostituito il nuovamente defenestrato,
Dave Ellefson da “
Megadave” per vicende che non intendo commentare, per le registrazioni di questa nuova fatica ed il batterista
Dirk Verbeuren ex
Soilwork.
Devo ammettere che
Kiko Loureiro mi ha stupito ancor di più, perché sa infondere grazia melodica nei momenti solisti ma al contempo graffiare come una pantera in collaborazione con l’ascia del leader
Mustaine.
La titletrack è posta a bella mostra come apertura ed è una goduria; snella, serrata con un piglio riconoscibile; il chorus è veramente ben fatto, gli assoli sono gestiti alla grande e si riconosce la mano.
La seconda traccia è una classica bordata thrash metal con velocità in modalità speed; il tono perentorio del frontman non ammette scuse, si tira il fiato con la parte centrale prima della rincorsa finale che ha i cori che ripetono il titolo del brano.
“
Night stalkers” ha un riff cupo, malsano sotto un attacco veloce e distruttivo e qui abbiamo da par suo l’ospite
Ice-T che declama prima dell’assalto.
“
Junkie” è un up tempo che porta il marchio infuocato ‘Deth per il riffing corposo e ottimo l’incrocio della sezione ritmica con i solos della coppia di asce.
La semistrumentale “
Psychopathy” oscura, che vede riffing neri ed un uso percussivo tuonante porta al mid tempo “
Killing time”.
Composizione canonica in pieno stile della band californiana, con un bel chorus ma nulla di più.
La cavalcante “
Soldier on!” mi ha colpito subito per il taglio graffiante e quel ritornello che ti si stampa in testa con all’interno quella scala melodica.
La veloce “
Célebutante” è una corrosiva condanna del jet set hollywoodiano finto e plastificato con un bel mid tempo centrale arpeggiato unito a dei cori azzeccati prima dell’assalto in doppia casa con assoli vorticosi.
Devo dire che questo ritorno bissa il colpo del precedente “
Dystopia”, dura quasi un’ora ma la band è tirata a lucido come il songwriting e la produzione;
Dave Mustaine sa tirare fuori ancora quella rabbia acida e cattiva nonostante il passare del tempo, grandi
Megadeth!
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