Da annoverare tra i veterani dell’
heavy melodico mitteleuropeo, i
Mad Max tornano oggi a calcare il mercato discografico orfani di un “pezzo” importante della loro storia (e di tutta la scena di riferimento) come
Michael Voss, ma riescono a compensare l’importante defezione grazie alle valide qualità espressive di
Julian Rolinger, un “carneade” che ha saputo integrarsi piuttosto bene all’interno del tessuto connettivo della
band teutonica.
“
Wings of time” garantisce infatti agli appassionati del gruppo la solita accurata miscela di muscoli e melodia, magari non esattamente “sorprendente” o esaltante eppure assai ben congegnata e godibile.
“
Too hot to handle” apre le ostilità con il suo fascinoso tocco
hard-blues, ben pilotato dalla vocalità (vagamente
Jon Bon Jovi-esca) di
Rolinger, ma se cercate qualcosa di ancor più tipicamente
Mad Max bisognerà attendere “
Days of passion”, "
The stage is for you”, “
Stormchild rising” (una “roba” che piacerà anche ai
fans di certi Helloween) e l’enfatica “
Heroes never die”, brani di
hard n’ heavy ad ampio spettro capaci di combinare Stati Uniti e Germania in maniera abbastanza peculiare.
A conferma di quanto appena affermato, basta ascoltare la fusione tra Whitesnake (quelli più “americani” …) e Scorpions denominata “
A woman like that”, con il suo
refrain contagioso, mentre se preferite un approccio maggiormente “adulto” alla materia ecco che “
Best part of me” (ispirata dallo spirito immortale di
Jimi Jamison) e “
When it stops” sapranno soddisfare le vostre esigenze.
Un paio di buone ballate, "
Rock solid” (in duetto con
Julia Salm) e la conclusiva “
Freedom”, e un “riempitivo” non molesto come “
Miss sacrifice”, incrementano di sensazioni positive l’ascolto di un disco complessivamente piacevole ed efficace, da consigliare a chi ama il genere e gli irriducibili
Mad Max.
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