Il 2022 si conferma l’anno dei ritorni inaspettati. Dopo
Porcupine Tree e
King’s X, eccoci al cospetto di un nuovo album degli indimenticati
The Mars Volta, fuori dai nostri radar dal lontano 2012, anno del controverso
“Noctourniquet”.
“The Mars Volta” - questo l’originalissimo titolo del full-length - non ha nulla a che fare con il suono dirompente degli esordi, ma rimane comunque un lavoro eclettico e abbastanza originale. Le quattordici (brevi) tracce incluse spaziano dal soul lo-fi (
“Shore Story”, “Black Condolences”) alla sperimentazione più orecchiabile (
“Cerulea”, “Equus 3”), dall’elettronica (
“Graveyard Love”, “Vigil”) all’indie più ricercato (
“Palm Full Of Crux”, “Tourmaline”), dal latin (
“Que Dios Te Maldiga Mi Corazon”) all’alternative (
“The Requisition”).
Come sempre, insomma, tantissima carne al fuoco, ed è questo il vero marchio di fabbrica del combo. E anche se il duo non è più esplosivo come una volta (
“Blacklight Shine”, “Collapsible Shoulders”) rimane comunque campione indiscusso di personalità (
“Flash Burns From Flashbacks”).
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