Tornano gli
H.E.A.T. e con loro, per la gioia dei
die-hard fans del gruppo, rientra in
line-up anche il favoloso
vocalist originale della
band Kenny Leckremo.
La prima suggestione alimentata dal nuovo “
Force majeure”, per quanto mi riguarda, è chiedersi se si continuerà a percorrere il tracciato artistico “appariscente” e vigoroso del precedente “
II” o se magari gli scandinavi sceglieranno di riprendere in qualche modo il percorso maggiormente raffinato e per certi versi coraggioso del controverso “
Into the great unknown” (che ritengo parecchio intrigante, per la cronaca …).
Evidentemente il successo ottenuto con l’approccio sonoro più recente deve aver consigliato i nostri di mettere da parte eventuali “esperimenti” ed andare sul sicuro, riproponendo una formula che consegna al
rockrama contemporaneo un altro brillante esempio di
metal melodico molto d’impatto, ottimamente composto e realizzato, in grado di conquistare repentinamente chi nella musica cerca un coinvolgimento istantaneo e dirompente.
Un orientamento stilistico a volte persino un po’ troppo “spudorato” e tuttavia se avete apprezzato gli
H.E.A.T. del 2020 sono certo non potrete fare a meno di fremere di adrenalinico appagamento sensoriale durante l’ascolto delle cromature
anthemiche di “
Back to the rhythm” e del ficcante tocco
street/class di “
Nationwide”, “
Tainted blood” e “
Hollywood”, tutta “roba” in grado di fare faville sia nell’intimità della vostra cameretta e sia, ancor di più, nella calca di un concerto dal vivo.
L'unica concessione ai nostalgici di “
Into the great unknown” è rappresentata dalla melodia avvolgente di “
Harder to breath”, e forse nell'insieme si poteva sfruttare in maniera più ampia questa soluzione espressiva, immediatamente spazzata via dal ritorno all’
arena-rock di “
Not for sale”, mentre “
One of us” è un tentativo di conciliare sentimento e melodramma riuscito solo a metà, nonostante la sentita
performance vocale di un sempre eccellente
Leckremo.
“
Hold your fire” colpisce per una bella mistura Europe / Aerosmith / Def Leppard e se “
Paramount” appare fin un po’ troppo ridondante nella sua enfasi vagamente posticcia, la
power-osa “
Demon eyes” e il
mid-tempo “
Wings of an aeroplane” sono due omaggi al
metallo tradizionale offerti da una formazione che dimostra di conoscere piuttosto bene il “segreto” per rendere accattivante anche questa materia così ortodossa e consolidata.
“
Force majeure” è un disco che lascia profondamente infatuati e assai soddisfatti, ma al tempo stesso fa trasparire una lieve patina di “forzatura” e formalismo difficile da scacciare … del resto, essere particolarmente esigenti con “gente” del talento degli
H.E.A.T. è fatale, perché a loro si affida il presente e il futuro di un genere che, pur senza tradire i suoi dogmi fondamentali, non dovrebbe accontentarsi di riciclare continuamente sé stesso.
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