Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:45 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. HEART OF STONE
  2. POWER OF METAL
  3. MIDNIGHT RIDE
  4. BURNED ALIVE
  5. PATH OF THE BRAVE
  6. SOUL REAPER
  7. RISE ABOVE THE SKIES
  8. DIVIDE AND CONQUER
  9. HYMN OF THE VIKING
  10. WHAT HAVE I BECOME

Line up

  • Quimby Lewis: vocals
  • Johnny Frankenshred: guitars
  • Robbie Erwin: bass
  • Atomic Tommy Higgins: drums

Voto medio utenti

Tempo di un po' di true heavy metal, ed ecco pronti e carichi ad elargicene in quantità più che abbondanti gli statunitensi Hammerstar che, firmato un contratto ad inizio estate con la Pure Steel Records, son già pronti a farci sentire il risultato di questo debut album omonimo. Certo, nulla di nuovo sotto al sole, anzi tutto il contrario, ma aldilà dei soliti luoghi comuni,il lavoro di cui parlo è più che soddisfacente, e fattore assolutamente non scontato, non annoia.

Songwriting molto scarno, richiami a Primal Fear, Tim 'Ripper' Owens, Iron Savior e anche ultimi Grave Digger e sana cafoneria alla Manowar,prendete un po' da tutte queste band sopracitate e avrete il sound caratteristico degli Hammerstar. Non che sia un male, perchè questo full lenght scorre che è un piacere, non riservando nessuna sopresa di qualsivoglia genere, ma neanche evidenti tracolli.

Immagine


Tolta la semi-ballad conclusiva 'What Have I Become', non proprio riuscitissima, il resto dell'album si muove con il piede costantemente sull'acceleratore, passando dai riff graffianti e molto priestiani di 'Burned Alive' e 'Soul Reaper', fino al marciare di 'Rise Above The Skies', gli Hammerstar mettono subito in chiaro come il loro territorio dove si sentono più confidenti sia quello cosparso da metal classico a profusione senza tanti indugi, pause, o momenti di riflessione. Cosa manca quindi? Una produzione più incisiva non avrebbe sicuramente guastato, ma anche una performance vocale da parte di Quimby Lewis più variegata, dato che per tutte le 10 tracce del lotto, si mantiene costantemente sulle stesse tonalità, e questo causa un'eccessiva omogeneità che sicuramente bene non fa, contando che pezzi buoni come 'Power Of Metal' o 'Hymn Of The Viking' vengono penalizzati proprio da questo fattore. Nonostante ciò, questo non impedisce di cercare di impersonare il guerriero in copertina durante l'ascolto della funambolica 'Divide And Conquer'.

Non stiamo dunque parlando di un album che rivoluzionerà il vostro 2022, ma comunque di 40 minuti ben spesi, con tutti i difetti del caso, che ci aiutano a ricordare perchè ogni tanto il metal abbia bisogno anche di questa attitudine, un po' pacchiana, ma pregna anche di adrenalina e energia.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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