Riecco i liguri con una novità, anzi, due; la prima il cambio di frontman, dopo l’addio di
Mattia “Tya” De Fazio ecco il nuovo entrato
Paolo Chiti (
Devangelic, Esophageal, ecc.).
La seconda è che questo quarto album esce sotto le insegne della polacca
Agonia.
Il lavoro è una bella compilation di martellate brutali e senza pietà, condotte con perizia da una squadra ben affiata e devo dire che il newcomer singer sa il fatto suo.
Basta ascoltare la titletrack che apre questo nuovo lavoro; intensa bastonata dietro la nuca; la batteria di
Davide “Brutaldave” Billia è una sicurezza con gran dispiego di cambi velocissimi in accoppiata ai riffing mortiferi di
Francesco “Meatgrinder” Montesanti.
Ma non solo, ci anche ospiti di lusso come
Michele Montaguti dei leggendari
Electrocution che offre il suo contributo su “
While nothingness slithers” dal climax maligno ed oscuro o
Matt Sotelo dei
Decrepith Birth che offre un bel solo melodico nella pesantissima “
The slaver ascension" ed anche il mitico
Dallas Toler-Wade ex
Nile,
Narcotic Wasteland.
Inoltre se ascoltate la brevissima “
Ia anth etrbrae gagh”, sembra di assistere ad una cerimonia ancestrale dove tamburi ed un coro evocativo vengono doppiati da una voce rabbiosa che sembra evocare una divinità diabolica.
“
Hymns of acrimony”, fa ben capire che non serve correre per forza, si può essere violenti con pesantezza dove ritmiche in mid tempo duettano con riffing serrati.
La melodia viene dosata e bene con squarci negli assoli e in certe partiture di chitarra.
Una menzione va anche al nuovo singer, prestazione encomiabile con un bel vocione profondo, evocativo e coinvolgente.
In sintesi, i genovesi si confermano delle punte di diamante della scena death metal europea con questo nuovo, malsano sigillo, bentornati!
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