“A Fleeting Glimpse” è un verso tratto dall’iconica
“Comfortably Numb” dei
Pink Floyd, uno dei pochissimi brani firmati da David Gilmour sull’altrettanto celebre
“The Wall”, quindi è difficile farsi sorprendere dalle sonorità - a onor del vero dichiarate - dell’EP in questione.
C’è persino
Durga McBroom nell’introduttiva
“Dark Shadows Part 1”, a cavallo tra
“On An Island” e
“The Great Gig In The Sky”. Gli omaggi (o forse è il caso di chiamarli plagi) proseguono nella successiva
“A Voyage To The Sun”, che mette a sistema timbriche e idee tratte da
“Set The Controls For The Heart Of The Sun”, “One Of These Days”, “Young Lust” e
“A Saucerful Of Secrets”.
La più originale
“Summer Meadows” (che però strizza l’occhio a
“High Hopes” nell'attacco) sfocia nella conclusiva
“Dark Shadows Part 2”, quasi una cover di
“Welcome To The Machine” a opera del chitarrista norvegese.
Nostalgia canaglia…
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