Gran bel ritorno per gli
Alter Bridge, che mettono a segno un nuovo album convincente e sostanzioso.
"
Pawns and Kings" parte subito bene con la doppietta "
This is War" - "
Dead among the Living", che ci presentano chitarre a sette corde (o baritone, l'orecchio distingue quel che può), riffing molto pesanti (stavolta, così pare dalle interviste, più farina di Myles Kennedy che di Mark Tremonti) e la solita voce acuta ed inconfondibile del succitato Myles a farla da padrona, su canzoni che suonano bene, convincenti e cantabili.
C'è spazio anche per qualche sperimentazione: brani più lunghi, come ad esempio "
Fable of the Silent Son" (in realtà non del tutto convincente), oppure lo stesso Mark a prendere il microfono dietro ad una morbida "
Stay". Anche se, ad onor del vero, qui di morbido c'è poco, perché l'album pesta bene, senza risparmiarsi e lasciando anche alla sezione ritmica tutto lo spazio per splendere di luce propria.
Qualche pezzo meno riuscito, i migliori rimangono per me quelli sui 4 minuti e spicci, dove gli AB riescono a concentrare la 'pacca' e la sostanza ("
Season of Promise", "
Silver Tongue"), ma in generale "Pawns & Kings" è a tutti gli effetti un buon album heavy metal, ben prodotto e davvero piacevole.
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