I norvegesi alfieri dell’avanguardia prog metal estremo tornano quest’anno con un cambiamento, anzi due.
Il cambio di label, dalla
Debemur Morti all’olandese
Soulseller, e hanno cambiato singer con il fresco nuovo arrivato
Bernt Fjellestal.
C’è da dire che questo quinto album vede una minor presenza delle tastiere e soprattutto non è così immediato, è pieno di pathos e soprattutto profondo a livello lirico.
Il nuovo entrato in formazione sciorina un timbro cangiante, emotivamente coinvolgente somigliante al tono vocale pulito del grande e compianto
David Bowie.
No, non sto scherzando, ve ne renderete conto ascoltando la seconda traccia “
Moments”, dove chitarre armonizzate e tempi cadenzati sorreggono l’impianto sonoro con un grande chorus dove toni puliti e screaming si intersecano.
“
We sinful converge” è anthemica, rocciosa, con una produzione che esalta gli strumenti e le chitarre sono pesanti, quasi doom; il singer ha anche in possesso un bello screaming acido e rabbioso ma che usa col bilancino preferendo toni puliti dove far volare il ritornello.
“
A wonderful crisis” tocca sentieri floydiani ma in maniera personale; brano cupo che si riflette in un mid tempo con un chorus che ti si attacca addosso e la melodia è sopraffina anche se malinconica.
Traccia cupa di questo lavoro è l’amara “
Master of none”; chitarre arpeggiate in questo brano lento ma che lascia il segno con riffing maligni di scuola black metal ed uno screaming cavernoso.
Questa ultima traccia è la summa perfetta del pensiero dei nostri in termini musicali, mixare abilmente il progressive con partiture dure, un pizzico di metal estremo e bagnare il tutto nella tipica melanconia scandinava.
Questo nuovo lavoro conferma non solo lo stato di grazia della band ma che nonostante un cambio in corsa, la qualità non è stata minimamente attaccata.
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