Copertina 5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2014
Durata:41 min.
Etichetta:Prophecy Productions

Tracklist

  1. MELTING SUN I: AZURE CHIMES
  2. MELTING SUN II: CHERRY QUARTZ
  3. MELTING SUN III: AQUAMARINE TOWERS
  4. MELTING SUN IV: JADE FIELDS
  5. MELTING SUN V: ONEIRONAUT
  6. MELTING SUN VI: GOLDEN MIND

Line up

  • Herbst: vocals, guitars, bass, keyboards & drums

Voto medio utenti

Sebbene Neige non sia più il vocalist, ruolo adesso ricoperto dal leader Herbst, i destini di Alcest e Lantlos sembrano essere ancora uniti.
Entrambi partiti da un post black metal dalle derive shoegaze hanno entrambi, con il loro ultimo disco, abbandonato definitivamente il metal per aprirsi alle più disparate influenze del rock tout-court, con la chitarra sempre in evidenza, ma giocando con i suoni e le atmosfere, sognanti, liquide, fluttuanti.
Epperò mentre Neige può vantare un afflato interiore, un modo fiabesco e visionario, al quale attingere per ricreare emozioni, facendosi quindi da tramite tra quel mondo e l’ascoltatore, Herbst sembra cercare la propria ispirazione all’esterno, tributando le proprie influenze in modo da riproporle in un mix sicuramente interessante. La qual cosa gli aveva già fatto buon pro con il recente progetto LowCityRain.
Chiariamo subito che come vocalist Herbst non è affatto male, la sua voce ben si adatta alle atmosfere sognanti e rarefatte dell’album, avendo un timbro che oserei definire ‘ottantiano’. Tuttavia ciò che non convince delle sei tracce di questo “Melting Sun” sono proprio le chitarre. Herbst ne fa il centro del proprio songwriting, ma le idee latitano e sovente la noia affiora nelle pieghe di minutaggi troppo lunghi.
L’iniziale “Azure Chimes” sembra ,musica lounge fatta con le chitarre le quali, però, ridondano senza mai esprimere il loro pieno potenziale. Quando sembra che stiano per ‘aprirsi’ Herbst inserisce il momento introspettivo che, lungi dall’essere brutto, è quantomeno inappropriato. Alla fine il tutto si risolve in una lunga tirata chitarristica che non lascia il segno.
La successiva “Cherry Quartz” è la più lunga del lotto, quasi 10 minuti, ed è introdotta da una nuance ambient e da rarefatte note di chitarra che poi esplodono nel riffing portante, prima di tornare nel limbo onirico. E siamo arrivati a metà canzone con un non pervenuto. Il problema è che la seconda metà della canzone è uguale alla prima.
Acquamarine Towers” mostra gli stessi difetti sopracitati anche se recupera un po’ di quella aura notturna che era il punto vincente di “.neon”, vero capolavoro della band.
Jade Fields” è il primo pezzo veramente convincente del disco, perché mostra un pathos altrove solo accennato. E la voce di Herbst che entra a gamba tesa è un valore aggiunto, creando un piacevole contrasto con il sottofondo finalmente ‘disperato’, lancinante, che richiama i passati fasti. Bellissima.
Oneironaut” è un breve e insignificante intermezzo ambient che introduce il vero capolavoro del disco, quella “Golden Mind” notturna, onirica, sognante, liquida, con un atmosfera di classe, tanto rarefatta quanto emozionante. La voce di Herbst sussurra, dipinge scenari psichedelici, e conduce l’ascoltatore alla deriva, all’oblio, al dolce naufragare nel mare della nostalgia. Verrebbe da dire che da sola vale il prezzo del disco, ma direi una bugia.
Melting Sun” è un disco riuscito solo a metà (ad esser buoni), con poche idee e per giunta riciclate. Difetto di ispirazione? Può essere, ma a conti fatti solo due canzoni su sei lasciano qualcosa dopo l’ascolto. Le altre sono assolutamente trascurabili.
Pare chiaro che Herbst abbia sempre puntato sulla trasmissione delle emozioni, che stavolta sono ridotte ai minimi termini.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 mag 2014 alle 08:59

non cosi male..meglio di altra roba meglio recensita!!!

Inserito il 20 mag 2014 alle 00:47

Purtroppo Gino ha ragione. Delusione cocente.

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