Secondo Ep per i canadesi
Elektric Mistress di Halifax, Nuova Scozia. Il primo, omonimo, era uscito nel 2019. Una band che incarna alla perfezione il desiderio di "stonerizzare" l'hard rock più viscerale degli anni 70. In certi frangenti sembra di sentire i vecchi Deep Purple (per la presenza costante dell'organo ed il tiro deciso e fiammeggiante) reinterpretati da gente come Spiritual Beggars, Gozu o Mountain Tamer. Tiro al vetriolo, retrogusto heavy-blues, calore copioso, energia da sudore alcolico.
Nei quattro brani non troveremo soluzioni sorprendenti o innovazioni stilistiche, ma se vi piace il sound ruvido del rock seventies e l'onesta passione vintage contemporanea questa band è la soluzione ideale. Cazzuta, densa, da ascoltare a volume assordante.
"
Magic dust" è un up-tempo viscerale con un lieve eco di heavy-psichedelia, aspetto che si accentua nella seguente "
Radio" dove sembra di sentire un mix tra i Clutch e gli Ecstatic Vision. Energia torrida e funghi psicoattivi, mood allucinato ed assolone lancinante, un pezzone da sballo elettrico.
"
Cocaine Johnny" è esattamente ciò che ti aspetti: un tiro accellerato e bombastico, puro raw-hard 70 con l'impeto burrascoso dei Blue Cheer o degli Mc5, mentre la conclusiva "
Chapter 99" sembra evocare un riffone rotolante alla Sleep per trasformarlo in un hard-rock rigonfio di groove stoner. Canzone da headbanging, battente e trascinante ma con aspetti melodici di indiscutibile rilievo.
Questo è un lavoro dal sound molto vintage, ben equilibrato tra energia ed accessibilità. Si respira a pieni polmoni l'aria dei seventies, ma con quel pizzico di potenza moderna che non guasta certo. Quattro canzoni ben delineate, convincenti e dal mood trascinante. Gli
Elektric Mistress sono pronti e maturi per il primo full-length, che possiamo attendere con fiducia e interesse.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?