Alla terza prova discografica in studio è necessario ribadire con incrollabile convinzione un innegabile dato di fatto … i
Perfect Plan non rivoluzionano il panorama musicale contemporaneo, ma il loro modo di rivisitare i dogmi dell’
hard melodico possiede una tensione espressiva e un gusto compositivo tali da spazzare via in un sol colpo buona parte delle numerose (anche piuttosto buone, peraltro) imitazioni dei “classici” disseminate nella scena.
È una questione di competenza, cultura e maturità, un fenomenale
mix di
feeling e attitudine che restituisce all’ascoltatore appassionato l’intensità emozionale dei “progenitori” del genere, incoraggiando paragoni molto anche illustri di fronte ai quali gli svedesi non “tremano” nonostante la riconoscente devozione.
Whitesnake, Foreigner, Treat ed Europe rappresentano i principali precettori della “scuola” in cui i nostri si sono splendidamente formati, arrivando a rendere fieri i loro insegnanti, oggi magari pure un po’ “preoccupati” da una competizione che è diventata artisticamente onerosa.
“
Brace for impact” è dunque l’ennesima dimostrazione della supremazia di una
band che ha in
Kent Hilli un nocchiere vocale straordinario, in
Rolf Nordström un chitarrista di grande valore, in
Leif Ehlin un tastierista dall’innata sensibilità e nel duo
Fredrik Forsberg e
Mats Byström una sezione rimica solidissima e palpitante.
Un
team affiatato, esperto e compatto, impegnato in una nuova collezione di canzoni strepitose all’insegna dell’
hard-rock a ventiquattro carati, dove l’aggressività controllata dei
riff si mescola felicemente con la capacità attrattiva delle melodie, testimoniando ancora una volta quanto una formula stilistica ampiamente collaudata non subisca l’usura del tempo se a trattarla c’è la “gente” giusta.
Proprio come fanno i
Perfect Plan, in questo nuovo albo fedeli a loro stessi e tuttavia capaci di non riciclarsi in maniera fastidiosa, per esempio addirittura intridendo la magistrale
opener “
Surrender” e l’ottima “
Stop the bleed” di un pizzico di vaghe suggestioni Queensryche-
iane, inserite in un contesto sonoro al tempo stesso ammaliante e melodrammatico.
Con “
If love walks in” il clima diventa più “radiofonico” e squisitamente adulto, mentre a “
Can’t let you win” è affidato il compito di instillare un “brividino” speciale nei sensi degli estimatori del
class-metal, sollecitati da una struttura armonica cara a Dokken, TNT e a certi Whitesnake “americani”.
“
Gotta slow me down” accentua la componente
hard-blues del ricco
songbook del gruppo e se “
My angel” è un’immancabile e apprezzabilissima pausa romantica, “
Devil’s got the blues” si segnala per essere un’evidente celebrazione della grande tradizione scandinava del settore, con gli Europe in testa alla brillante coalizione.
Un paio di gradevoli e pulsanti numeri sonici intitolati “
Bring me a doctor” e “
Still undefeated”, lasciano infine spazio a “
Emelie”, delizia
AOR di stampo
ottantiano, e a una “
Walk through fire” che sigilla il programma fondendo Survivor, Heartland e Van Hagar in maniera assai avvincente.
Giunti ai commenti finali, l’unica conclusione a cui si può pervenire è che “
Brace for impact” è una raccomandazione prioritaria per tutti gli
chic-rockers, nonché l’ennesima nitida espressione del talento superiore dei
Perfect Plan.