Esordio discografico davvero molto positivo quello dei finlandesi Clamoris che, tramite la Inverse Records, danno alla luce un lavoro che lascia il segno sin dal primo ascolto per incisività, musicalità e freschezza compositiva, intitolato Opus Limbionica.
I Nostri, capitanati dal cantante/bassista Niko Peräkorpi e dal tastierista Sami Selkäinaho, ci propongono un classico melodic-death in “salsa finlandese”, quindi con un growl capace di azzannare i brani, pur mantenendo una certa armonia, delle chitarre taglienti, e una sezione ritmica tirata, il tutto viene “condito” con le onnipresenti tastiere che, se da un lato rendono più digeribile il sound della band, dall’altra parte, sono spesso impegnate nella creazione di atmosfere oscure ed intricate.
Fatte queste doverose premesse tuttavia, i Clamoris stupiscono, fra gli altri, per almeno due elementi su tutti.
Innanzitutto la cura delle composizioni melodiche, particolarmente seducenti, incisive e mai fuori luogo, in grado molto spesso di trasmettere un grado tensione cosi elevato, da sembrare quasi angoscianti, ma piacevoli.
Inoltre, la formazione finlandese, si fa apprezzare particolarmente per le abilità tecniche di cui si rendono protagonisti i propri componenti; soprattutto, oltre al già citato Selkäinaho, i due chitarristi Samuli Kaakinen e Joonas Kinnari che, accanto ai tradizionali assoli e riffs graffianti, ci propongono delle partiture che seguono e doppiano le linee melodiche della tastiera, creando delle strutture in continua evoluzione, capaci di dettare le coordinate musicali da seguire, in maniera tale da alimentare continuamente la fiamma del pathos.
Opus Limbionica è un disco dominato da atmosfere sinistre, ma dannatamente affascinanti, che si possono percepire chiaramente in ogni singola nota, sin dall’iniziale Regurgitated e che diventano sempre più palpabili man mano che le varie tracce scorrono arricchendosi, oltre che di armonie seducenti, di elementi neoclassici (è il caso di pezzi quali Schemer’s Paradox, A Window To My Dreams, Forma Inversa o della stessa title-track ) che stilisticamente potrebbero ricondurre ai primi indimenticabili Children Of Bodom (prendete il paragone con le pinze, ovviamente).
Insomma, in conclusione, i Clamoris confezionano un dischetto veramente valido, non c’è che dire; probabilmente bello anche oltre ogni aspettativa, considerando che si tratta di un debutto assoluto, un lavoro mai noioso e sempre ispirato, in cui l’angoscia sprigionata viene raccontata perfettamente dalle suadenti linee melodiche e dai virtuosismi dei musicisti.
Se il buongiorno si vede dal mattino....
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?