Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:37 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. TO KILL
  2. RID YOU OF YOUR FLESH
  3. CELEBRATION OF THE TWISTED
  4. DR DUSCHANKA
  5. LEFT TO DIE
  6. CANNIBALISTIC INFANCY
  7. DEATH CULT
  8. THE DERANGED
  9. ONLY DEATH IS LEFT ALIVE
  10. EMBRACE THE END

Line up

  • Chris Barkensjö: drums, vocals
  • Tomas Åkvik: vocals, guitars
  • Niklas "Nille" Sandin: guitars, bass

Voto medio utenti

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un fenomeno sul quale personalmente non avrei scommesso una lira (perdonate, non riuscirò mai ad abituarmi ad usare "centesimo"): un numero sempre più corposo di nuove bands stanno riportando alla ribalta l'old school death metal, con particolare riferimento alla scuola svedese.
A questa ondata appartengono i Lik, band nata a Stoccolma nel 2014 e con già all'attivo un full length ed un EP split con i veterani Uncanny, che sotto la major Metal Blade ha rilasciato il secondo lavoro sulla lunga distanza dal titolo (non propriamente originale) "Carnage".

Purtroppo per i nostri non basta cambiare etichetta ( i primi due lavori erano editi da War Anthem Records), provenire dallo stesso paese dei mostri sacri del genere, ispirarsi in modo evidente ad Entombed e Dismember, per ritagliarsi un posto al sole nell'affollato panorama metal odierno.
Serve di più, serve oltre all'attitudine che non difetta alla band del drummer Christofer Barkensjö, qualcosa che possa distinguerli dalla massa e che purtroppo ad oggi ancora non si vede.

"Carnage" è un disco formalmente impeccabile, suonato e prodotto in modo eccellente, con un lotto di canzoni di durata ridotta ma capaci di regalare oltre mezz'ora di "scapocciamento" ignorante.
Prova ne siano i riffs assassini - anche se derivativi e abbondantemente già sentiti - dell'opener "To Kill" o di "Cannibalistic Infancy", oppure la trascinante "Rid you of your flesh" che mescola violenza e melodia feroce.
O ancora le più rallentate ma pesantissime "Celebration of the Twisted" e "Left to die".
No, non è nelle canzoni il difetto dei Lik e nemmeno nella preparazione tecnica di prim'ordine.

A mio avviso ciò che manca ad un disco come questo è il tanfo di morte, la malvagità che mi aspetto da un lavoro death metal con queste premesse.
A partire dai suoni è tutto troppo "pulito" (passatemi il termine), troppo preciso per poter davvero tenere alto il vessillo del metallo della morte; ed anche se il songwriting è ispirato l'impressione finale che mi è rimasta dopo diversi passaggi nel lettore è di un lavoro furbo più che spontaneo e forse eccessivamente studiato a tavolino per piacere a vecchi fans e nuovi appassionati di queste sonorità.

La cartina di tornasole per vedere chi sono realmente i Lik sarà il temuto terzo album: a quel punto capiremo se i nostri bluffano o fanno sul serio.
Promossi, con riserva.

Lik - "Rid you of your flesh"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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