Avete consumato i dischi di Hurricane, Ratt, Dokken, Stryper e Silent Rage? Continuate ad avere una particolare predilezione per il
metallo di classe e gli inni da assimilare fin dal primo contatto? Sì? Bene … allora mi permetto di consigliarvi il debutto dei
Love in Chains, una nuova creatura musicale ordita dal chitarrista
Mike Floros (SteelCity) e dal
vocalist Rob Kane (Apocalyptic Lovers), con il contributo del multistrumentista
Erik Johnson.
“Gente” che conosce assai bene la materia e che in “
Everyday heroes” (un omaggio agli “eroi di tutti i giorni” come pompieri e personale medico … vedasi anche la “fumettosa”
cover dell’albo) sollecita in maniera competente e intelligente i sensi degli estimatori dei succitati gruppi, riuscendo nell’impresa di non urtare la loro sensibilità, nonostante la fedeltà con cui certe soluzioni stilistiche vengono riproposte.
Un grande plauso, dunque, soprattutto per
Kane, cantante e interprete di valore (dalle sfumature timbriche abbastanza
Michael Sweet-iane), e a
Floros, musicista dalle notevoli capacità esecutive, in grado di sostenere con disinvoltura un ruolo così importante per il genere.
Il resto lo fanno una manciata di canzoni piuttosto appaganti, orientate precipuamente alla ricerca dell’
anthem di immediata presa e tuttavia anche capaci di sfumature più “sofisticate”, come accade nella graziosa
ballad “
Overdose”, in “
Without you” o nella
bluesy “
Cherry wine”, una “roba”, quest’ultima, che potrebbe agevolmente “sfidare” i Greta Van Fleet nelle modalità espressive scelte per manifestare l’evidente devozione nei confronti degli immortali Led Zeppelin.
“
Locked and loaded” dimostra subito quale sia la “missione” principale dei nostri e un analogo impatto lo garantiscono la pulsante “
Less than zero”, la Stryper-
esca “
Darkness falls”, la contagiosa
title-track dell’opera e “
Wildfire”, una galoppata sonica dominata dai fremiti della chitarra e da un coro adescante.
Per il resto, segnaliamo una “
Rain”, in cui sembra quasi di assistere a una
jam-session tra Dokken, Def Leppard e Van Halen, la discreta “
Down to the wire” e un gradevole
remake di “
Love gun”, che consente di aggiungere i Kiss all’elenco dei numi tutelari dei
Love in Chains.
“
Everyday heroes” merita di essere promosso per tensione e buongusto, sebbene elargite in un contesto sonoro assai collaudato e celebrato … un disco per nulla “rivoluzionario”, ma alquanto godibile.
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