Un convincente albo di debutto (ma non dimentichiamo anche l’apprezzabile prestazione nell’ultimo lavoro dei Restless Spirits) ha consegnato di diritto
Chez Kane al ristretto novero delle potenziali “eredi” delle varie
Pat Benatar,
Lee Aaron,
Wilson sisters,
Fiona e
Robin Beck, in quel particolare settore musicale dove la voce femminile si coniuga perfettamente con le sonorità del
rock melodico.
Ora, con questo “
Powerzone” la
chanteuse britannica è chiamata a rafforzare tale impegnativo ruolo e diciamo subito che il percorso di avvicinamento alle suddette dee della fonazione modulata “adulta” appare fin dal primo contatto molto ben instradato, garantendo ai cultori del genere interpretazioni vocali capaci di mescolare felicemente energia e passionalità.
Una conferma che si estende al clima fortemente “ottantiano” che avvolge l’opera, in un grumo di nostalgia molto consistente e non per questo molesto, il tutto per merito della nostra e di
Danny Rexon dei Crazy Lixx, che oltre ad occuparsi quasi completamente delle incombenze esecutive, scrive i pezzi e coordina nuovamente pure le fasi produttive dell’incisione.
Nasce così un'altra occasione per trascorrere cinquanta minuti della propria esistenza in compagnia di suoni eleganti e grintosi, molto “caratterizzati” eppure mai fastidiosamente “citazionisti” (e spariscono, per esempio certe piccole facili tentazioni Bon Jovi-
esche dell’esordio) riuscendo nell’impresa di evocare sensazioni d’ascolto di certo non inedite e tuttavia piuttosto appaganti.
E’ il caso di “
I just want you”,
opener di sicura presa per gli estimatori delle Heart, dell’attraente e disinvolta melodia di
“(The things we do) When we’re young in love” e di “
Rock you up”, un
anthem parecchio “facilotto” nella struttura armonica eppure non privo d’attrattiva.
E se parliamo di fascino, quando arriva “
Love gone wild” diventa lampante quanto
Chez Kane conosca perfettamente l’arte della vigorosa seduzione melodica, confezionando un pezzo assai coinvolgente, ammantato da atmosfere “cinematografiche” e sagacemente impreziosito dal
sax dell’ospite
Jesse Molloy.
Il tocco celtico concesso a “
Children of tomorrow gone” aggiunge un pizzico di supplementare enfasi immaginifica ad un programma che con la
title-track riprende a solcare con sicurezza i sentieri dell’
hard vibrante e raffinato, per poi immergersi con la medesima disinvoltura nelle trame
Rollistiche di “
I’m ready (For your love)”, nell’arioso contagio “radiofonico” di “
Nationwide” e nelle languidezze di "
Streets of gold”.
In chiusura, apprezziamo parecchio anche il tipico
eighties-AOR “
Guilty of love”, galvanizzato da un contagioso ritornello e suffragato dall’ennesima prestazione canora di ottimo livello.
“
Powerzone” è un disco che graffia ed appassiona e colloca
Chez Kane tra gli artisti di valore che sanno toccare le corde dell’emozione pur senza “sorprendere” … un segno importante che la “continuazione della specie” fortunatamente non è in pericolo.