Quando hai a che fare con gli
Aerosmith bisogna sempre pensare che ci si trova di fronte a quasi due band distinte: quella dei seventies e quella degli eighties.
Le stagioni dei seventies, a parte sul suolo statunitense, non è che siano bagnate da clamori internazionali; come si diceva, al contrario dei coetanei
Kiss, restano una storia più domestica di una band che è ancora lontana dagli sfarzosi arrangiamenti '80 e '90 che li renderanno famosi ad una platea più grande ed anche fuori dai confini del rock. E punta su un ispido rock n roll e hard rock che ha a che fare con vere e proprie leggende del british rock sixties, come
Yardbirds e
Rolling Stones.
Mentre le radici degli Aerosmith affondano nella
Jam Band di Boston, in cui militavano il chitarrista
Joe Perry e il bassista
Tom Hamilton; nel '70
Steven Tyler, che suonava la batteria e cantava nei
Chain Reaction di Long Island, chiese a Perry di formare un gruppo, ed i ranghi si chiusero con un vecchio compagno di scuola di Tyler alla batteria,
Joey Kramer, mentre alla seconda chitarra subito c'era un tal Tabano anche se non sarebbe durato molto ed il suo posto è stato presto preso da
Brad Whitford.
Così assettati arrivano al debutto del '73, vero e proprio anno campale per le sorti dell'hard statunitense, subito un ottimo album grazie al loro elettrizzante hard-blues, è però solo parecchio tempo dopo, con la seconda pubblicazione del singolo
Dream On, che le vendite aumentano in modo esponenziale. Nel frattempo era uscito il secondo album,
Get Your Wings, altro ottimo esempio del songwriting dei nostri, sempre molto ispirato, per arrivare ad un anno più tardi a questo
Toys In The Attic, da sempre considerato con il successivo,e più funky,
Rocks, come il migliore degli Aerosmith targati '70.
La title track parte sparata con un riff al vetriolo e Tyler che in modo istrionico accompagna un coro bellissimo, il tutto giocato sull'urgenza ritmica di un sound metropolitano senza uguali per l'epoca, un classico senza tempo.
Uncle Salty è più tranquilla ed è un ponte di collegamento con il passato prossimo di Get Your Wings. Poi c'è
Walk This Way, ovvero la canzone che grazie ai
Run DMC li lanciarono per primi negli eighties. Ma l'originale contenuta in questo disco dice tutto quello che aveva da dire ed è un pezzo appunto avanti dieci anni almeno, molto meglio della versione, per il sottoscritto, inutile dei Run DMC.
Big Ten Inch Records è arrangiata a mo' di Big Band e l'effetto swingato ha poi insegnato tanto a gente come
David Lee Roth.
Sweet Emotion è un altro pezzo da novanta con il coro pieno di inebrianti sapori sixties ed il riff praticamente perfetto, un altro mega classico.
No More No More è un altro brano molto avanti per l'epoca in cui è stato inciso, infatti il coro ha poi influenzato una marea di band street e glam degli anni '80.
Round And Round invece è una canzone molto oscura e cattiva, che ha sicuramente qualcosa degli
Zeppelin, d'altronde Perry non hai mai nascosto la sua passione per
Jimmy Page. Chiude
You See Me Crying antesignana delle ballad griffate Aerosmith.
Toys In The Attic è un disco immortale, classico imprescindibile.