Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:36 min.
Etichetta:Moribund Records

Tracklist

  1. JUNE 6, 6:00 AM
  2. HE IS BORN
  3. I DIE FOR YOU
  4. REPULSION FOR THE SACRED
  5. THE SON OF THE DEVIL
  6. MEGIDDO
  7. THE TRUTH BURIED IN THE CEMETERY
  8. KILL DAMIEN
  9. OUTRO

Line up

  • SK: guitars, bass
  • L.V.: vocals, guitars, keyboards

Voto medio utenti

Corre come un treno Lord Vampyr, nome d'arte di Alessandro Nunziati, la mente dietro cui assieme all'aiuto di Stefano Nuccetelli, definitosi SK, continua a prender vita il progetto Malamorte. Una band che, seppur all'inizio si muovesse su coordinate di un black molto teatrale, negli ultimi dischi ha cominciato a spostarsi su un lato più heavy metal classico, senza però disdegnare elementi un po' alla King Diamond, incentrando il tutto su tematiche horror.

Un artista molto prolifico e veloce dicevo poco fa, e difatti questo nuovo 'Omen' rappresenta il sesto tassello in una carriera della quale, se contiamo che solo nel 2018 non vi sono state pubblicazioni, conta di un album all'anno a partire dal 2016. Forse un po' troppo, se teniamo comunque conto che già il precedente 'Mass Cult Suicide' non sia altro che un disco relativamente buono, ma nulla più. Andiamo a vedere dunque se in 'Omen' vi sono stati dei miglioramenti.



L'album si muove sempre su coordinate un po' atmosferiche qui, un po' istrioniche là, ma purtroppo (e ancora) senza incidere mai del tutto. Superata l'intro iniziale,ci troviamo davanti a 'He Is Born', un pezzo che brutto non è, ma non è neanche eccezionale o comunque spicca. E questo sarà un difetto di tutti pezzi presenti sul platter, dato che si ascoltano 7 pezzi (tolta anche l'outro) senza mordente, dove in alcuni casi come su 'The Truth Buried in the Cemetery' si cerca anche di creare un po' di inquietudine, di pathos, ma da un lato la produzione non aiuta, e dall'altro sembra di trovarsi a qualcosa di già sentito dove neanche i buoni riff di 'I Die For You' o 'The Son Of The Devil' risollevano il tutto.

Quali sono i pro? Sicuramente una durata contenuta, sotti i 40 minuti, ma tutto il resto? Va a malincuore nei contro, e il consiglio che mi sento di dare, per quanto molte volte suoni banale, è quello di puntare più sulla qualità che sulla quantità, dato che la strategia inversa finora ha fatto tutto fuorchè funzionare.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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