Colore chiaro, gusto pulito, sono i Freternia... grande Power di puro Heavy Metal!!
Non era in realtà necessario coinvolgere quell'intenditore di Michele, protagonista di un famoso spot degli anni '80 per la Glen Grant, per introdurre e promuovere il quarto full length della formazione svedese.
Infatti, che i
Freternia fossero una delle migliori proposte in campo Power Metal lo avevano già ribadito tanto il sottoscritto quanto il nostro Gianluca Grazioli in occasione dei precedenti "A Nightmare Story" (2002) e "The Gathering" (2019), per non dire della stima e dell'affetto che da sempre riserviamo al loro esordio "Warchants & Fairytales" (2000).
Gli stessi apprezzamenti che oggi riscuote "
The Final Stand", dove i
Freternia confermano tutte le loro qualità e il temperamento che li hanno aiutati a elevarsi nella scena Power svedese - e almeno di una spanna - su band di valore come Insania, Crystal Eyes, VII Gates, Zonata, Steel Attack, i Persuader ma anche gli IronWare, autori di un unico album ("Break Out" del 2003) dove aveva cantato
Pasi Humppi.
Ed è proprio alla voce di
Humppi, graffiante e vibrante e non il solito cantato bello, alto e pulito, che i
Freternia devono molta della loro personalità, certo, oltre all'invidiabile capacità di dare vita a brani intensi, melodici e accattivanti, mai (troppo) ripetitivi e sempre forieri di spunti stimolanti, dove hanno sempre saputo piazzare alcuni dei migliori assoli in campo Power Metal, grazie al contributo fondamentale di
Tomas Wäppling e di
Patrik Von Porat.
Come era facile immaginare, l'opener "
Dark and the Light" e la seguente "
Elvenstar" non deludono le aspettative, subito pulsanti e dirompenti sotto la spinta di
Oskar Lumbojev, a dimostrare l'ottimo stato di forma dei
Freternia. E le convulsioni Speed, Melodic ed Epic Power non accennano a scemare nemmeno nel prosieguo, sotto i colpi di "
Endless Fight", "
Shapeshifter" o di "
Flame Eternal", dove i nostri sembrano fare l'occhiolino agli Helloween aggiungendo un po' di spensieratezza in più rispetto ai loro standard. "
Hate Eater" è un episodio più lineare e meno baldanzoso e anche la nervose "
The Tower" e "
Guardians of Time", tratteggiate la prima dai tasti di
Tommie Johansson e la seconda dalle strabordanti chitarre del duo
Wäppling/Von Porat, evitano di spingere a fondo l'acceleratore, sicuramente meno di quanto avviene poi con "
Friends in Enemy Land 2022", dove i
Freternia si autocelebrano, andando a riprendere uno degli episodi più effervescenti del loro repertorio e che curiosamente già ricopriva la stessa posizione nella tracklist di "Warchants & Fairytales". Eppure, se avessi dovuto scommettere i miei due cent per un'operazione di recupero, li avrei puntati tutti sulla sempre emozionante "The DragonSong". Poco male, infatti, la conclusiva titletrack ha dalla sua quell'approccio anthemico ed eroico che ne farà un sicuro cavallo di battaglia, soprattutto nel frangente live.
"
The Final Stand" è un viaggio di oltre quarantacinque minuti, fatto con entusiasmo e passione, attraverso svariati luoghi comuni del Power Metal (musicalmente) e di quella Fantasy (a livello lirico) cui si riallaccia la battagliera copertina realizzata da
Felipe Machado Franco. Anche se poi questo è l'unico legame con i precedenti artwork, dato che per "The Gathering" avevano collaborato con Stan-W Decker, mentre Jean-Pascal Fournier aveva realizzato l'artwork di "A Nightmare Story" e Michael Schindler aveva illustrato sia l'album d'esordio sia lo split con i Persuader, "Swedish Metal Triumphators Vol.1".
Ecco, per l'appunto.
Swedish Metal Triumphators: siamo di fronte all'ennesima marcia trionfale dei
Freternia.
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