ATTENZIONE, abbiamo il disco power metal dell’anno.
Vi presento gli
Induction, dalla Repubblica Ceca, capitanati dal chitarrista
Tim Hansen (figlio di Kai) e qui al secondo full length, il primo sotto
Atomic Fire Records.
E credetemi quando vi dico che di dischi così non ne ascolto spesso; qui c’è tutto: una pedissequa conoscenza dei padri fondatori del power metal, la capacità tecnica di andare oltre senza mai smarrire le sacre origini del genere, una formazione che sa suonare e che sa scrivere i brani, ed una varietà all’ascolto che rende questo dischetto una collezione di chicche.
C’è di tutto: dalle mazzate a mille all’ora di “
Scorched”, agli arrangiamenti tronfi di “
Fallen Angel”, dalla cattiveria quasi-death di “
The Beauty of Monstrance” agli inni a squarciagola di “
Queen of Light”, canzone (tra le altre) che mi ha fatto pensare ai migliori Edguy, ma sempre con quel tocco di nuovo, di moderno che rende il sound degli Induction unico e attuale.
Si potrebbe obiettare davvero poco ad un disco del genere; rispetta tutti i canoni del power metal (a partire dalla voce acuta e convincente di
Craig Cairns, non presente nel primo disco tra l’altro), ad una sezione ritmica che definire “un terremoto” non è un eufemismo (mettete su un buon paio di cuffie, e godetevi gli sfracelli sonori del basso, in questo muro di suono), agli intrecci chitarristici che sono commoventi, per quanto reminiscenti dei grandi fasti della musica che tanto amiamo. Tutto in un solo pezzo? Ascoltate “
Queen of Light”, e appena avete finito coi fazzolettini venite a scrivere un commentino qui sotto…
Questa volta non temo di essere smentito; “
Born from Fire” è oggettivamente una bomba di album, e gli Induction sono in futuro del nostro amatissimo metallo. Sì, a quanto pare c’è ancora speranza.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?