Venti minuti di sferzate, senza riserve e nessuna pietà.
Ecco cosa scaraventano nei loro brani i
Rage Behind, un quintetto che si nasconde dietro delle maschere (e direi anche dei nickname) all'esordio con "
Season of Blood", MLP uscito per la
Atomic Fire Records.
Note brucianti e vocals corrosive, Thrash e Groove Metal, con possibili accostamenti a gruppi come Slayer, Pantera o Machine Head ma anche a Lamb Of God e pure con un pizzico di Slipknot, pur senza ricalcare nessuna di queste in maniera troppo esasperata. Cinque canzoni che per una dichiarata aggressione, anche visiva come si può notare dai vari videoclip realizzati, fatta di rasoiate e mazzate atte a lasciare il segno nelle orecchie ma anche nella mente dell'ascoltatore, vista l'importanza che sembrano rivolgere ai messaggi lanciati - o meglio sbraitati - dal cantante
Vitali Lukas: "una chiamata a superare i limiti che ci si è imposti".
"
Season of Blood", l'opener che dà il titolo a questo MLP, predilige l'impatto alla velocità, andando anche a rallentare subito prima dell'assolo ad opera di
Jerry Ho, infatti, l'altro chitarrista
Max Liva si occupa della chitarra ritmica. Ma a dettare i tempi è la prova del duo
Stan Morgan (basso) e
Edward Vale (batteria), che caratterizzano pesantemente - è proprio il caso di dirlo - anche le seguenti canzoni, tutte rabbiose e pesanti, da "
Through Wrath" sino alla conclusiva "
Eminence or Disgrace".
Non so molto sui trascorsi dei
Rage Behind, ma non credo che siano una manciata di ragazzi cresciuti assieme che hanno trovato nella musica uno sfogo quanto piuttosto un nuovo progetto messo su ad hoc, il risultato è in ogni caso più che positivo e sicuramente lo saranno anche i riscontri dalla critica e dal pubblico. Compresi i miei.
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