Si formano a Bari nel '98 (il nome è preso a prestito da un negozio di abbigliamento in voga negli anni 60 a Londra) ed iniziano l'opera di composizione di alcuni brani, incentrandosi su sonorità prog metal cercando di conciliare Rush, Dream Theater ma anche Tool e Queensryche, nel 2002, con l'arrivo di Arpone (basso, ex Falling Time) si arriva ad una line-up stabile ed iniziano i lavori per questo full-lenght autoprodotto. Intanto maturano una notevole esperienza live (suonano al memorial Roberto Orlando a Venosa assieme a White Skull, Rosae Crucis, Centurion) e ricevono critiche positive da fanzine e magazines (Flash, Metal Shock). Ma veniamo a "Phoneiric": colpisce subito la produzione ed un artwork di tutto rispetto, si parte subito benissimo con "Sweet Lady", hard rock melodico e tecnicissimo con un refrain che entra subito in testa, i brani successivi hanno tutti una durata medio-lunga e si sviluppano secondo i canoni più classici del prog metal, ispirati in modo particolare dai Dream Theater di "Awake", non mancano quindi aperture strumentali molto tecniche, svariati cambi di tempo, c'è anche spazio per i momenti più "dolci" (l'intro di "The Last Time" è reso più atmosferico dall'uso del violino), non manca la strumentale di rito ("Freaking out the Masses", molto ben riuscita con vari richiami a Rush e Dream Theater), il cantato di Ivan è molto sicuro e convincente, insomma ci sono tutte le carte in regola per soddisfare gli amanti del prog metal più classico, con un consiglio per il futuro di cercare di uscire dai soliti schemi e provare soluzioni più personali, la classe, la bravura ed il cantante non mancano.
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