Le armi non sono mai mancate sulle copertine degli album degli statunitensi
Skelator, una katana, lance, spadoni, addirittura un martello, eppure una
bat'leth (il cui nome significa "spada dell'onore") klingon, proprio non me l'aspettavo.
Quello che invece ero certo di ritrovare su "
Blood Empire" è uno Speed Epic Metal tiratissimo, che si abbevera dalla fonte della giovinezza della N.W.O.B.H.M. e che dopo svelato "Il segreto dell'acciaio" dei Manowar, si getta all'assalto con lo slancio degli Agent Steel e il fervore degli Helstar, ed anche il mix e la produzione di questo EP hanno quell'atmosfera un po' underground e tipica degli anni '80.
Questo è il contesto musicale e lirico della formazione statunitense, con all'attivo cinque album in più di vent’anni di attività, votata a storie di onore, battaglie e sangue, temi che da sempre fanno parte dell'immaginario degli
Skelator, e che nell'occasione si adattano alla perfezione alla scelta di affrontare un concept su
Kahless, il primo Imperatore dell'Impero Klingon.
Su "
Deeds of Honor" e nel suo vorticare a velocità che sfidano gli Agent Steel, è subito evidente la prova vocale del veterano
Jason Conde-Houston, che ha sicuramente tracannato una pozione magica che, come ingredienti, ha frammenti di Rob Halford, Eric Adams, John Cyriis, Kai Hansen e Gerrit P. Mutz. Non stupisce poi il pathos epico ed eroico dei primi Manowar che permea "
Good Day to Die", con gli
Skelator che replicano al meglio su "
The First Empire", un brano completo, vorticoso, dalle diverse atmosfere che si esalta nel passaggio melodico cui poi segue una scarica di energia che mette in mostra la compattezza dei musicisti ma soprattutto l'affiatamento delle twin guitars di
Rob Steinway e
Robbie Houston. "
La vendetta è loro", si certo, ma la sezione ritmica non gli è da meno, con il basso di
Leona Hayward e il drumming di
Patrick Seick che dettano il tempo, che scorre rombante e spedito, infatti, tocca già alla conclusiva "
Bloodwine" che si sfida all'ultimo sangue con "
Good Day to Die" per decretare in quale delle due canzoni pulsi maggiormente il sangue e la lezione dei Manowar, e quale abbia il chorus più trascinante ed anthemico.
Quattro pezzi, uno più bello ed esaltante dell'altro, cosa potevano fare di più... già, mettercene dentro un'altra manciata!
Worf, figlio di Mogh, sarebbe fiero di loro: "
tlhIngan maH"
Hear My Battle Cry
Today Is a Good Day to... SKELATOR
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