"
Immortality" è il terzo album per i belgi, dalle Fiandre,
GunsBlaze, attivi dal 2010 e che si ripresentano all'appuntamento discografico "
massicci e incazzati". Infatti, il loro Heavy Metal è piuttosto aggressivo, nelle ritmiche e nel cantato di
Yunry Nys, riottoso e spesso e volentieri propenso ad accenni in growl, ma musicalmente mostrano una spiccata versatilità, anche a livello delle singole canzoni e già a partire dall'opener "
Fire at Will", anche se le chitarre di
Sym Nys e
Wouter Thys dimostrano di privilegiare soluzioni più classiche. Qua e là fanno capolino le molteplici influenze che la formazione fiamminga parrebbe aver assimilato, come ad esempio quelle dei Mercyful Fate ("
The Downfall", uscita come singolo già nel 2018), di Metallica, Lamb of God e Moonspell (invitati a flirtare su "
Let the Engines Roar", "
All Kings Dethroned" e "
Life Ain't Blasphemy"). Così si rivela un'impresa ardua il voler provare ad inquadrare la titletrack, nel suo andamento prima lento e sinuoso, poi sempre più vicina ad assumere il ruolo della classica ballad per andare poi chiudersi alla "
Death Metal maniera".
Forse questo è il limite dei
GunsBlaze, il voler mettere troppe cose nelle canzoni, talvolta ficcate dentro pure un po' a forza, così non sorprende che su "
Gather Our Forces" ad un inizio dal taglio spavaldamente Heavy Metal si accodino poi soluzioni più accattivanti e catchy, quasi punkeggianti, eppure devo ammettere che, pur con il limite di qualche "
ohohoh" troppo insistito, si è rivelato come l'episodio che più mi ha attirato dell'intero disco.
Per ottenere l'immortalità serve sicuramente altro, ma i
GunsBlaze si lasciano alle spalle buone sensazioni.
Metal.it
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