Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2022
Durata:41 min.
Etichetta:Independent

Tracklist

  1. WHEN THE CURTAIN FALLS
  2. FORVITRING
  3. VENGEANCE
  4. RAVN
  5. VED SKUMRINGENS YTTERSTE RAND
  6. EPICINIUM
  7. POSSESSED

Line up

  • Kristian Larsen Moen: all instruments
  • Craig Furunes: vocals
  • Jonas Moen: vocals

Voto medio utenti

Una band in costante crescita quella dei norvegesi Brotthogg che, con la loro terza fatica discografica, raggiungono probabilmente il proprio apice qualitativo e compositivo.

Questi ragazzacci, provenienti da Trondheim, guidati in maniera impeccabile Kristian Larsen Moen (che qui si occupa di tutti gli strumenti, coadiuvato alla chitarra da Stephen Carlson), si erano messi in evidenza già col precedente The Die Is Cast (2020), che aveva fatto registrare un netto passo in avanti rispetto all’acerbo esordio Echoes Of The Past (2019); ma è con questo nuovo Epicinium che riescono a trovare, la consacrazione definitiva del proprio sound, caratterizzato da strutture prettamente melodic death/black, all’interno delle quali vengono inserite, in maniera del tutto naturale ed armonica, delle partiture prog-power, dando luogo ad un lavoro estremamente poliedrico e di discreto livello qualitativo.

Le composizioni, nonostante la commistione di differenti generi, ognuno dei quali apporta chiaramente le proprie peculiarità, arricchendo la proposta finale dei Nostri, seguono un andamento ben definito in cui, il cantato in growl, ad opera di Craig Furunes e Jonas Moen, si rifà chiaramente alla tradizione black norvegese, cosi come le atmosfere, assolutamente oscure e malvagie, mentre invece, determinate sfuriate chitarristiche, soprattutto in fase di riffing ed assoli, sembrano richiamare più da vicino bands di stampo prog-power, dal chiaro retrogusto neoclassico, quali i primi Symphony X o gli Adagio; è questo il caso di tracce come la opener When The Curtain Falls, la successiva Forvitring, Vengeance, ma soprattutto della title-track.

In questa danza di stili diversi, avvolti sempre da un alone tenebroso, in linea ovviamente con le radici della band, trova spazio anche una maestosità, del tutto nordica, in brani quali Ravn o Ved Skumringens Ytterste Rand (i cui titoli sono, già di per sé, emblematici), che conferiscono un’epicità prettamente vichinga (e quindi “bathoryana”) al disco, infarcendolo ulteriormente con nuovi elementi di matrice folk-viking, che evidentemente i Brotthogg non disdegnano per niente.

L’unico aspetto che rimane sempre costante in Epicinium è rappresentato dalle atmosfere maligne di cui è impregnato interamente, per il resto, si tratta di un lavoro in continua evoluzione, pieno zeppo di differenti sfumature, che tuttavia risultano ben amalgamate tra loro all’interno delle composizioni, dando luogo ad un album valido ed eterogeneo, che riesce a tenere sempre "all’erta" l’ascoltatore il quale, dal canto suo, comprende sin dall’inizio, di trovarsi dinnanzi ad un disco in cui, per la sua natura assai variegata, la sorpresa è sempre dietro l’angolo.


Recensione a cura di Ettore Familiari

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