Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2022
Durata:150 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. DEAD AGAIN
  2. TRIPPING A BLIND MAN
  3. THE PROFIT OF DOOM
  4. SEPTEMBER SUN
  5. HALLOWEEN IN HEAVEN
  6. THESE THREE THINGS
  7. SHE BURNED ME DOWN
  8. SOME STUPID TOMORROW
  9. AN ODE TO LOCKSMITHS
  10. HAIL AND FAREWELL TO BRITAIN
  11. EVERYTHING DIES (LIVE)
  12. MY GIRLFRIEND'S GIRLFRIEND (LIVE)
  13. ARE YOU AFRAID / GRAVITATIONAL CONSTANT (LIVE)
  14. BLACK SABBATH (INTRO) / CHRISTIAN WOMAN (LIVE)
  15. LOVE YOU TO DEATH (LIVE)
  16. BLACK NO. 1 (LITTLE MISS SCARE ALL) (LIVE)
  17. ANESTHESIA (LIVE AT WACKEN OPEN AIR 2007)
  18. CHRISTIAN WOMAN (LIVE AT WACKEN OPEN AIR 2007)
  19. LOVE YOU TO DEATH (LIVE AT WACKEN OPEN AIR 2007)
  20. KILL YOU TONIGHT (LIVE AT WACKEN OPEN AIR 2007)

Line up

  • Peter Steele: vocals, guitars, bass, keyboards
  • Johnny Kelly: drums
  • Kenny Hickey: guitars
  • Josh Silver: keyboards

Voto medio utenti

Ecco la ristampa da parte della NB dell’ultimo album della band di Brooklyn, album che fu l’ultimo in carriera ed uscito nel 2007 per Steamhammer.
La band si sciolse a causa della prematura morte del leader e dominus Peter Steele e che sancì la dipartita di uno dei personaggi di spicco e di una band iconica nel mondo metal.
Bisogna dire onestamente che questo non è il miglior album del combo americano ma il materiale non è fiacco per nulla.
Si va da schegge veloci come l’opener e titletrack al sempre amore dichiarato dal frontman per i Sabbath come in “The profit of doom” con una chitarra che ruba il riff a Iommi ed un chorus azzeccato.
Ben fatta anche la ballad “September sun” dall’incedere romantico e robusto con un bel solo e le tastiere con fanno capolino.
Altro brano che reca il marchio doom e luciferino dei padrini del genere di Birmingham è la lunga “These three things”; basta ascoltare l’introduzione, poi il tutto si assesta su un mid tempo goth metal con un bel basso pulsante, la voce vibrante passione del nostro e melodie decadenti azzeccate.
Attenzione però che sul finale del brano escono i fuochi d’artificio con una citazione palese dei Fab Four e un piglio hard begli assoli di chitarra.
Disco non eccezionale ma che ha qualità a differenza delle troppe uscite odierne, considerando che questa è una ristampa ed è invecchiata bene, anzi, molto bene, in più la label teutonica gli abbina un secondo dischetto con una selezione live; peccato davvero che sia finita in modo tanto tragico, chissà cosa ci avrebbe regalato se fosse ancora fra noi Peter Steele.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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