Degli
Ahab non avevamo più inediti dal lontano 2015, anno in cui è uscito "
The Boats Of The Glen Carrig".
Ecco ora a sorpresa il nuovo album in studio "
The Coral Tombs" che prende spunto per quanto riguarda le liriche dal capolavoro di Verne "20.000 Leghe Sotto I Mari" ed in particolare dalle gesta del misterioso capitano Nemo.
La band tedesca suona fuori dagli schemi sin dagli esordi non tanto per la proposta musicale (un funeral doom molto melodico) quanto piuttosto per le tematiche trattate, da sempre legate al mare e al mondo degli abissi, tanto da spingere la band ad autodefinire la propria musica "
nautik-doom".
Al di là delle etichette, quello che sorprende è la capacità dei nostri di creare atmosfere lugubri, opprimenti, claustrofobiche, proprio come trovarsi negli abissi oceanici-; l'acqua come elemento di vita ma anche di morte.
I punti di forza, oltre al songwriting complesso ma scorrevole, sono le vocals di
Daniel Droste che passano da un growl cavernoso a tonalità pulite e il grande lavoro di tessitura del chitarrista
Chris Hector che tiene l'ascoltatore inchiodato alla sedia, schiacciato da riff lentissimi e potenti ma anche da sublimi arpeggi d'atmosfera come in "
Mobilis In Mobili".
Il lavoro è una sorta di soundtrack, ogni pezzo è legato all'altro come appunto in un film e la durata media è molto alta, ciononostante la musica scorre abbastanza piacevolmente grazie alla grande abilità dei musicisti nel creare, come accennavo prima, atmosfere che catturano l'ascoltatore.
Sarebbe davvero inutile fare una track by track, "
The Coral Tombs" è una lunga, mortale e allo stesso tempo dolce immersione negli abissi; lasciatevi trasportare in questo viaggio musicale epico, teatrale e orrorifico.
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