Nella scena di revival hard rock anni 70', ecco prender piede anche, direttamente dal Messico, i
Freeroad, che sulla scia di band come Scorpions, Thin Lizzy e MSG, ci deliziano con il loro debut album uscito direttamente su
Dying Victims. Un debut tra l'altro molto di impatto e asciutto, con soli 34 minuti di musica, i quali in un business dove ormai siamo abituati a sentire dischi dalla durata minima di 50 minuti, sembra davvero un nonulla. Se contiamo poi che i pezzi presenti in
'Do What You Feel!' sono molto carichi, adrenalinici e per la maggior parte coinvolgenti, il tutto non può che migliorare.
Ed effettivamente quando ci si trova davanti a pezzi dall'incedere un po' motorhediano come
'Pray For The King' l'unica soluzione che si prospetta è quella di tenere il piede a tempo, mentre con
'Movin'' la band accelera con un gran basso ad ergersi come protagonista. Ciò che è subito chiaro è come i
Freeroad non puntino a creare la miglior canzone di sempre, o a scioccare l'ascoltatore con trovate ingegnose o avanguardistiche, ma solo e unicamente a far divertire e a divertirsi loro in primis, come è anche intuibile sentendo la Titletrack, o l'energica
'Liar'. Nulla da criticare neanche sulla produzione, che suona pulita ma non per questo plasticosa e inespressiva, con tutti gli strumenti che si sentono a dovere, mentre è sugli assoli di
Ramiro “Ranzig” Mendoza che vale la pena soffermarsi, di ottimo gusto e non fini a sè stessi, sentire
'Nobody Listens, The Psychonaut' per credere.
Un debut davvero appasionante e piacevole, che in mezz'ora abbondante arriva a soddisfare le esigenze anche dei più seriosi ed esigenti, ai quali sono sicuro riuscirà a strappare un sorriso e a tuffarli in questo mix di spensieratezza pura.
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