Cosa vuol dire suonare
hard-rock nel 2023? Come si fa a dedicarsi a questo stile musicale, dopo che tutto (o quasi … la speranza c’è sempre …) nel genere è stato ampiamente esplorato e sviscerato?
Una domanda difficile, anche perché il concetto, almeno per chi venera tali sonorità, è “enorme” e sminuirlo con l’obiezione che nel settore in fondo “non c’è nulla di nuovo” è riduttivo e inaccettabile.
Provando a dare una risposta, diciamo che il “segreto”, a questo punto, è concentrarsi, oltre che sulla tecnica, sull’ispirazione e sul
songwriting, tutti aspetti che gli
Heroes & Monsters, nuovo parto artistico dell’infaticabile
Frontiers Music, dimostrano nel loro debutto eponimo di dominare in maniera pressoché assoluta.
Una “sorpresa”, se vogliamo, almeno se considerate i
supergruppi associazioni improvvisate ed opportunistiche di “annoiate” celebrità, dacché la prima cosa a stupire durante l’ascolto dell’opera è la coagulazione espressiva con cui
Todd Kerns (Slash & Myles Kennedy and the Conspirators, The Age of Electric,
Bruce Kulick, …),
Stef Burns (Y&T,
Alice Cooper,
Vasco Rossi, Stef Burns League, …) e
Will Hunt (Evanescence,
Vasco Rossi,
Vince Neil,
Tommy Lee, Slaughter, …) affrontano la materia, ostentando un amalgama complessivo spiccato e per nulla individualistico.
Insomma, una maturità compositiva e interpretativa che s’interseca felicemente con una “prevedibile” destrezza esecutiva e che rende “
Heroes and monsters” una priorità discografica per tutti coloro che apprezzano “gente” come Skid Row, Motley Crue, Black Stone Cherry, Soundgarden, Mr. Big, Saigon Kick e Foo Fighters, e gradiscono immergersi in una manipolazione emozionante e vibrante di comuni fonti ispirative.
Un disco che pur senza “sperimentare” non appare privo d’idee, ed è sufficiente essere investiti dal
groove poderoso e dall’accattivante tocco psichedelico di “
Locked and loaded” e "
Raw power” per rendersi conto che chiamare questa roba “
hard-rock moderno” può avere un senso e non essere (soltanto) un’iperbole giornalistica.
“
Let’s ride it” mescola con maggiore evidenza
rock elettrico e melodie Beatles-
iane, in un’operazione non “inedita” eppure intrisa di buongusto, e la stessa qualità si può concedere alle deflagrazioni emozionali di “
Angels never sleep” e al clima fosco e tellurico di “
I knew you were the devil”, che probabilmente trae qualche spunto anche dall’esperienza di
Hunt con i Black Label Society.
La “tradizione” del settore prende il sopravvento con “
Break me (I’m yours)” (una specie di
Alice Cooper meets AC/DC) e all’interno della sezione “celebrativa” della raccolta inseriamo di diritto pure l’anfetaminica
cover di "
Set me free” degli Sweet, una scelta forse un po’
gigiona, ma eseguita con il piglio giusto.
Ai brani più interessanti del programma si aggiunge poi la densa e nervosa “
Blame”, davvero coinvolgente, mentre alla malinconica “
Don’t tell me I’m wrong” e alla ballata bucolica “
And you’ll remain” è affidato il compito, sempre più arduo invero, di tentare la conquista dell’etere, in tempi dove purtroppo l’attributo “radiofonico” ha assunto un significato ben diverso da quello a cui i
rockofili sono soliti riferirsi.
Provare a fare meglio degli
Heroes & Monsters, diventa, a questo punto, una delle imprese maggiormente
sfidanti per chiunque voglia cimentarsi con questi “antichi” suoni … attendiamo fiduciosi l’avvento di tali fenomeni, godendoci uno degli
album che già a gennaio si candida per un posto di rilievo nelle
top playlist dell'anno.