Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:48 min.
Etichetta:Osmose Productions

Tracklist

  1. CEMETERY FIELDS
  2. FEUERWALZE
  3. ETERNAL ATTRITION
  4. NACHTSCHRECK
  5. STURMTRUPPEN III (SOMMEKÄMPFER)
  6. SHRAPNEL EXSANGUINATION
  7. LABYRINTHINE TRENCH SECTORS

Line up

  • Generalfeldmarschall Kriegshammer: bass, vocals, guitars, programming
  • Wachtmeister Verwüstung: guitars, drums

Voto medio utenti

Dopo il capolavoro "Alpenpässe", e la sua inattesa vena melodica, gli americani Minenwerfer ci riconducono, brutalmente, nelle viscere della Prima Guerra Mondiale, con i suoi indicibili orrori, attraverso un album spietato, assolutamente privo di qualunque barlume di umanità e folle come solo le azioni umane possono esserlo.
"Feuerwalze" non è un album di Black Metal: tra le sue note non troveremo misticismo, gelo, misantropia, oscurità o afflato poetico, spessissimo elementi cardini del genere.
Nulla ti tutto questo.
"Feuerwalze" è la guerra.
Non la guerra raccontata secondo una prospettiva epica o, in qualche modo, avvincente.
Qui c'è il fango, la stanchezza, la pioggia battente, l'artiglieria che falcia i corpi di esseri (in)umani mandati a morire, qui c'è un pezzo di storia che vorremmo dimenticare perchè vergognoso per tutti noi ma che, al contrario, ha segnato, e segnerà sempre, l'uomo nella sua essenza più malvagia e corrotta.
I Minenwerfer ci sbattono in faccia questa realtà schifosa con una musica distruttiva e priva di anima: ogni brano è dolore puro, ogni riff è morte, ogni urlo è gas soffocante che ti fa ardere la gola.
Al tempo stesso, però, il duo americano arrangia i pezzi con bieca lucidità, calcola perfettamente ogni elemento, viaggia sparato a mille quando deve, ci regala armonie di chitarra che ti penetrano nell'animo, rallenta i ritmi a sottolineare l'umana miseria e ci insegna, ancora una volta, cosa voglia dire suonare estremi senza perdere mai di vista l'obiettivo finale di scrivere grandi canzoni.
"Feuerwalze" è, forse, meno sorprendente del suo predecessore, ma è, ugualmente, un album splendido, un album che è la perfetta colonna sonora delle atrocità della Prima Guerra Mondiale ed il requiem ultimo delle centinaia di migliaia di morti che essa si è portata dietro a Somme (battaglia a cui il disco è dedicato) come in tutte gli altri spaventosi episodi che ne hanno segnato la tragicità.

Musica da ascoltare e riascoltare più volte per capirla davvero e per vergognarsi (uso di nuovo la parola) di essere uomini.

Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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