Oceana,
Straight Opposition,
Napoli Violenta,
Plakkaggio,
Necrodeath,
Fulci… certo che negli ultimi tempi la
Time to Kill Records ha visto aumentare in maniera esponenziale non solo la quantità, ma anche la qualità e il prestigio del suo roster, niente male per un’etichetta nata nel 2016, non trovate?
Quest’oggi parliamo di un’altra band del catalogo di questa infaticabile realtà, gli
Scheletro, band Crust Punk nata nel 2011 e che ha visto solo nel 2018 il suo debutto
“Farfalle Dentro al Vomito” al quale segue questo
“Un feto schiacciato senza tre falangi” uscito lo scorso anno.
Questo è uno dei classici casi nei quali il voto passa in secondo piano, perché al di là di uno sterile numerino che trovate qui accanto, questi punx romani hanno molto da dire:
“Se respirare servisse a qualcosa” con la sua aria insolitamente leggera e spensierata (!), la velenosa
“Prima pagina insanguinata” (
“obbedire non è un lavoro, il progresso non è decoro…”),
“L'accollo sei tu” nella quale si sfiora il Metal più estremo, la lenta ed oscura
“Né acceso né spento” e il resto della canzoni vogliono raccontare una storia, una storia tragica fatta tra le varie cose anche di ricatti, soprusi e con un finale aimè non a lieto fine (
“Una matrioska rotta”).
Otto canzoni per una ventina scarsa di minuti di musica che colpiscono con forza e scuotono la coscienza dell’ascoltare che vuole ascoltare (non sentire)
“Un feto schiacciato senza tre falangi”; in esso la musica è coerentemente violenta (parliamo di Crust certo, con tanto Hardcore sparato e D-beat) con le immagini forti, dolorose e realmente shockanti presenti nei testi.
Gli
Scheletro riescono veramente a sbattere in faccia la miseria umana che pervade la realtà di tutti i giorni e lo fanno senza filtri in un album che fa veramente molto male.
Clamoroso.
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