C'è da dire che dopo i primi due album, i
First Signal di
Harry Hess hanno messo il turbo e infatti, a solo un anno di distanza e sempre sotto la
Frontiers Music, eccoli ripresentarsi con il loro quinto lavoro
'Face Your Fears'. Sorvolata la copertina assolutamente discutibile, il trademark della band è sempre quello di un hard rock che strizza l'occhio a momenti più heavy metal, un po' alla Pretty Maids, Axel Rudi Pell, o Nordic Union. La band però riesce nell'arduo compito, e per nulla banale tra l'altro, di creare un amalgama di pezzi che per quanto scontati e semplici nel songwriting, siano di impatto e del giusto gusto melodico.
Su tutto va messa la grande performance dietro il microfono di
Hess, che muovendosi ora tra parti più graffianti, ed altre dove la sua voce si adatta a toni più morbidi dettati dal singolo pezzo, contribuisce ad innalzare di molto il voto che vedete sopra. Certo, qualche scivolone ogni tanto c'è, come la bruttina
'Always Be There', una ballad di serie C, o la fine
'Never Be Silenced', che scorre un po' come un biccher d'acqua. Ma tutto il resto è davvero ispirato, passando dalla scanzonata
'Shoot The Bullet', ad
'Unbreakable', fino a
'Rain For You Roses', una semi-ballad che finalmente non fa venire il latte alle ginocchia o simili, ma che grazie anche a un buon pathos esplode in un ottimo ritornello. Aiuta anche la produzione non eccessivamente fredda ed inespressiva, e che in un disco che non si basa sulla semplice e rindondante formula mid tempo - ritornello - repeat, partecipa alla realizzazione di un prodotto non perfetto, ma più che dignitoso.
Un grande centro per i
First Signal, che non sorprendendo nessuno, e rimanendo nella loro confort zone, danno alle stampe un ottimo disco. Meritevole di almeno una chance.
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