Freschi, dinamici, sufficientemente metallici, con una buona presa sull'ascoltatore. Per ottenere questi risultati i Mhorgen si destreggiano senza difficoltà tra il più classico Heavy Metal, l'Hard Rock frizzante ed orecchiabile e una sfrontata attitudine punkettara. Sebbene non sia un fuoriclasse del microfono, e qualche sbavatura ci scappa, Maurizio "Chiskey" Manca interpreta con grinta e feeling i brani del demo, sempre convincente anche - e sopratutto - su "Punk Floyd", cantata completamente in italiano. Un altro punto a favore, il cantante dei Mhorgen lo piazza proprio a livello di liriche, che mostrano un approccio personale e poco derivativo, anche se poi per l'inglese dovrebbe curare maggiormente la pronuncia. Dopo "Nightfall", intro strumentale giocata praticamente tutta su un ottimo lavoro delle chitarre, la prima vera canzone è "Hardrenalyn". Questo titolo è anche uno dei precedenti nomi adottati dal gruppo, che inizialmente (si parla del 1996) si chiamava Towanda. Chitarre secche e andamento scattante, atmosfere molto NWOBHM (il finale poi...) e delle linee vocali accattivanti: si tratta sicuramente di un ottimo biglietto da visita. Un chitarrismo spiccatamente maideniano introduce "The Dance of the Blue Jeans Bourbon Cowboy" che poi si apre ad un rock'n'roll spigliato di quello che suonavano i rimpianti D.A.D., peccato che arrivi poi "Wild" a frenare gli entusiasmi. Una ballad inizialmente acustica che si fa via via più elettrica, sorretta da dei buoni assoli di chitarra, ma con "Chiskey" che palesa qualche difficoltà: non mi sembra che sia questo il contesto in cui i Mhorgen danno il meglio. "Punk Floyd" calza invece a pennello. Sfacciata ed energica, con un bel testo, tra punk, metal (negli assoli e nelle ritmiche) e rimandi alla New Wave italiana, a gruppi della prima meta degli anni '80 come i Diaframma o i vecchi Liftiba. Sono atmosfere tristi, ma allo stesso tempo cariche di rabbia repressa, quelle espresse dalla conclusiva "Where the Sunshine Never Fades", sia nelle parti cantante sia nelle lunghe digressioni strumentali. Sicuramente uno dei migliori pezzi del demo.
Siccome questo CD ha più di un annetto sulle spalle, mi sembra plausibile immaginare che i Mhorgen abbiano fatto progressi e spero vivamente di ascoltare qualcosa di più recente. Nell'attesa vi consiglio perlomeno l'ascolto di questo loro primo lavoro.
Contatti: Gabriele Frontini
gfrontini@libero.it - Raffaele Petrucci
rough@ciaoweb.it - www.mhorgen.com
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