Il grande e memorabile sound del progressive italiano rivive e viene in parte modernizzato (senza però perderne il suo immenso splendore musicale) in questo interessantissimo promo del quartetto varesino formatosi nel 2002 e finalista a Sanremo rock nel 2003: un mix di progressive rock e fusion in un compendio eterogeneo di suggestioni aperte alla sperimentazione e ricerca, uno stile che entusiasma e impressiona positivamente in quanto si riesce ad inserire anche prog-metal, new prog ed hard rock senza così cercare di ripassare su certi percorsi già battuti da Banco, Pfm, Orme, Balletto di Bronzo ecc... Dal jazz-rock a tempi dispari di "Amnesia" (grandissime capacità tecniche e soprattutto un ottimo cantato, quasi una "Carrozza di Hans" del ventunesimo secolo dove prog classico, tastiere new prog, prog metal creano un qualcosa di veramente magico e strumentalmente perfetto) all'hard prog sofisticato e corale di "La Sindrome" (anche qui sonorità alla Dream Theater incontrano quelle prog più classicheggianti), alle ritmiche di chitarra "petrucciane" di "Allucinazioni Temporali" mescolate con sonorità tipiche del rock italiano anni '80 e rese più "progressive", per finire con le atmosfere orientaleggianti de "L'incubo". La parte strumentale predomina sul cantato (così come accadeva nel prog italiano anni '70) che si limita a testi brevi ma concisi e significativi (niente catchy hooks, anthems o brani da accendino, questa è pura musica) che in poche parole rendono in pieno il senso della complessità e ben figurano con il sontuoso e variegato apparato musicale. Se amate il prog in tutte le sue forme e ne avete seguito il suo diffondersi anche dopo il boom degli anni '70, questo sarà per voi (per me lo è già) una gemma di intensa e nuova bellezza.
Thanks for keeping prog alive and fresh!!!!

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