Al suono delle sirene antiaeree parte l'assalto degli
Hellset, che con "
Supreme Threat" mettono subito a ferro e a fuoco gli apparati uditivi degli ascoltatori.
Il quartetto polacco è di recente costituzione e i componenti sembrano piuttosto giovani e apparentemente dalle diverse influenze musicali, ma che mettono a fattor comune in quella che sembra la proposta preponderante: un Thrash Metal che sa essere aggressivo e frontale, come nel caso della già citata open track, di "
Revenge" e "
Blindfolded", le cui radici affondano nella scena teutonica tra Kreator e Sodom, ma che prova anche a proporsi in modi più articolati e con i passaggi avventurosi (talvolta pure troppo) che caratterizzano "
The Diagram", "
In Hora Mortis" e "
Darkness".
Nel corso dell'album gli
Hellset si cimentano pure in una tutto sommato discreta power ballad, "
Flying Beggars", dove fanno capolino delle interessanti clean vocal e chitarre acustiche, ma poi perdono qualche colpo quando vanno a scomodare i Metallica in occasione della claudicante "
Soulcold", indubbiamente l'episodio meno convincente del lotto.
In generale, è da apprezzare la compattezza del gruppo e la cattiveria espressa al microfono da
Jan Hawajski (direi ispirato tanto da Mille Petrozza quanto da Alexi Laiho), mentre risultano un po' meno efficaci sia la spinta della sezione ritmica, formata dalla bassista
Jagoda Piórkowska e dal batterista
Mikołaj Piskorowski, sia il guitarwork, a cura del già citato
Hawajski e di
Sebastian Nawój, soprattutto nella fase solista.
"
Global Warning" resta un buon modo, pur con qualche limite e ingenuità assolutamente giustificabili, per dire ci siamo anche noi.
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