Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:31 min.
Distribuzione:Grand Sounds PR

Tracklist

  1. SUPREME THREAT
  2. THE DIAGRAM
  3. SOULCOLD
  4. FLYING BEGGARS
  5. IN HORA MORTIS
  6. REVENGE
  7. BLINDFOLDED
  8. DARKNESS

Line up

  • Sebastian 'MetalKing' Nawój: guitarist
  • Jan 'Beliar' Hawajski: guitarist, vocalist
  • Jagoda 'Haneryu' Piórkowska: bass
  • Mikołaj 'Miki' Piskorowski: drums

Voto medio utenti

Al suono delle sirene antiaeree parte l'assalto degli Hellset, che con "Supreme Threat" mettono subito a ferro e a fuoco gli apparati uditivi degli ascoltatori.

Il quartetto polacco è di recente costituzione e i componenti sembrano piuttosto giovani e apparentemente dalle diverse influenze musicali, ma che mettono a fattor comune in quella che sembra la proposta preponderante: un Thrash Metal che sa essere aggressivo e frontale, come nel caso della già citata open track, di "Revenge" e "Blindfolded", le cui radici affondano nella scena teutonica tra Kreator e Sodom, ma che prova anche a proporsi in modi più articolati e con i passaggi avventurosi (talvolta pure troppo) che caratterizzano "The Diagram", "In Hora Mortis" e "Darkness".
Nel corso dell'album gli Hellset si cimentano pure in una tutto sommato discreta power ballad, "Flying Beggars", dove fanno capolino delle interessanti clean vocal e chitarre acustiche, ma poi perdono qualche colpo quando vanno a scomodare i Metallica in occasione della claudicante "Soulcold", indubbiamente l'episodio meno convincente del lotto.

In generale, è da apprezzare la compattezza del gruppo e la cattiveria espressa al microfono da Jan Hawajski (direi ispirato tanto da Mille Petrozza quanto da Alexi Laiho), mentre risultano un po' meno efficaci sia la spinta della sezione ritmica, formata dalla bassista Jagoda Piórkowska e dal batterista Mikołaj Piskorowski, sia il guitarwork, a cura del già citato Hawajski e di Sebastian Nawój, soprattutto nella fase solista.

"Global Warning" resta un buon modo, pur con qualche limite e ingenuità assolutamente giustificabili, per dire ci siamo anche noi.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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