I
Wardress si erano messi in pista nei primi anni '80, ma sono arrivati al loro primo album, "Dress for War", solo nel 2019 andando a recuperare i brani risalenti al loro primo periodo di attività che non avevano mai visto la luce prima.
Chiuse le pendenze con il passato, la formazione tedesca, ora diventata un quintetto, si è messa al lavoro sul successore di "Dress for War", finalizzando il tutto nei trentotto minuti di "
Metal 'Til The End" che sono saldamente ancorati al più classico metal ottantiano e a tutti i suoi cliché, a partire dalla ombrosa copertina del disco, con tanto di Flying V appoggiata ad una lapide, ed anche la produzione è il mixaggio sono impeccabili nel ricreare quel sound vigoroso ed immediato, grazie alla mano del produttore
Rolf Munkes (ex chitarrista dei Majesty e ora nei Crematory), che esige una proposta come questa.
Un bel tuffo nella storia, ma il meglio arriva con le canzoni, quadrate, senza troppi fronzoli, come la voce di
Erich Eysn, che spesso e volentieri ricorda quella di Blaze Bayley, e così c'è poco da stupirsi se poi il "
Berserk" dei
Wardress, più che invasato dallo spirito di Odino, pare pervaso dalle frustate e palpitazioni metalliche, le stesse che poi nella titletrack e con "
Serpents Kiss" assumono non solo connotati più maideniani, ma anche con rimandi ai Blaze di "Silicon Messiah".
Ero già pronto per un'altra mazzata e invece rimango spiazzato da una "
Motorlust" che suona un po' forzata, sia a livello vocale sia nei sui ritmi spezzati e dove anche i cori non funzionano a dovere, così quando scopro che la traccia successiva è una cover di quel capolavoro che corrisponde a "
Mr. Crowley", inizio a preoccuparmi. A sorpresa i
Wardress superano la prova, certo l'interpretazione data da Ozzy Osbourne e Randy Rhoads è inarrivabile, ma il quintetto tedesco la approccia e sintetizza con carattere e personalità, in un onesto tributo all'opener della Side B di "Blizzard of Ozz".
A questo punto
Erich Eysn e soci decidono che è il momento di omaggiare sé stessi, riprendendo dall'album d'esordio "
Wardress", che non può che confermarsi l'ennesima rincorsa dal ritmo incalzante, al pari della martellante (
Mirco Daugsch al basso e il batterista
Andy Setter non giocano certo al risparmio) "
Serves You Right".
Per chiudere le danze non poteva mancare all'appello una ballad, cosa aspettarsi infatti, da un titolo quale "
Metal Melodies"? E invece l'album si chiude con un brano (anche questo già presente su "Dress for War") che li vede combinare Venom, Motorhead e Judas Priest e dove le chitarre di
Alex Gor e
Kimon Roggenbuck fanno a gara di distorsione.
Diciamo che i
Wardress hanno lasciato invecchiare la propria musica in botti di legno di rovere per troppi anni, ma pare proprio che non abbiano perso la freschezza e quella caratteristica nota di... Heavy Metal che li caratterizza e che hanno riversato in un album che alcuni riterranno di maniera e scontato, ma che per il sottoscritto non può che essere sopportato.
" Hear our Metal Melodies
Roaring through the Air
Our one and only destiny
Heavy Metal everywhere "
Metal.it
What else?
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