Elvenking - Reader Of The Runes - Rapture

Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2023
Durata:54 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. RAPTURE
  2. THE HANGING TREE
  3. BRIDE OF NIGHT
  4. HERDCHANT
  5. THE CURSED CAVALIER
  6. TO THE NORTH
  7. COVENANT
  8. RED MIST
  9. INCANTATIONS
  10. AN AUTUMN REVERIE
  11. THE REPENTANT

Line up

  • Aydan: guitars, vocals (backing), keyboards
  • Damna: vocals (lead)
  • Lethien: violin
  • Jakob: bass
  • Symohn: drums
  • HeadMatt: guitars

Voto medio utenti

Torna, dopo 4 anni, il veggente pagano più amato dai metallari italiani, colui che interpreta i segni delle rune, con il suo inconfondibile stile elegante, romantico, malinconico ed anche con un senso di dannata frustrazione; sto parlando ovviamente del protagonista della Saga (una trilogia?) intitolata Reader Of The Runes e ideata dalla mente geniale dei “Signori del Folk-Power” (italico e non solo), ovvero gli Elvenking.
I Nostri si presentano ai nastri di partenza di questo nuovo album con una formazione leggermente ritoccata rispetto all’ultimo lavoro; accanto ai soliti Damna (voce), Aydan (chitarra), Lethien (violino), Jakob (basso), troviamo 2 “nuovi” innesti, ovvero Mattia Carli, in arte HeadMatt (seconda chitarra) e, una vecchia conoscenza, Simone Morettin, detto Symohn (batteria), che aveva fatto già parte della band fino al 2017.

Ma addentriamoci nell’analisi del disco.

Il secondo capitolo di Reader Of The Runes, sottotitolato Rapture ed edito sempre per la fedele AFM Records, rappresenta l’ideale continuazione del precedente Divination, disco a cui è legato, non solo per le liriche che descrivono le vicende dei vari personaggi della storia, ma soprattutto per l’enorme carica emotiva sprigionata dalle diverse tracce; anche se, va comunque rimarcato, che probabilmente questo nuovo episodio della storia, si differenzia dal primo, per una struttura più compatta delle composizioni.

I friulani, si dimostrano, una volta ancora, dei veri e propri maestri in un genere che, non hanno certo inventato, sia chiaro, ma che comunque, hanno contribuito a portare ai massimi livelli di splendore, grazie al loro personalissimo modo di interpretarlo, con cuore, classe e soprattutto, tanta rabbia spontanea che si riversa torbidamente nelle magiche atmosfere musicali, pregne di fascino oscuro e di tanta amarezza, mista tuttavia ad una flebile speranza.
Siamo al cospetto del classico disco in pieno “Elvenking-Style”, ovvero dell’ennesimo lavoro di qualità, caratterizzato dalla perfetta commistione tra l’energia del power e le melodie poetiche del folk, sporcate da riffs affilati come lame e da qualche linea vocale particolarmente aggressiva, macchiata da venature growl, ad opera del sempre perfetto Damna, che si rivela la solita certezza sotto il profilo dell’interpretazione emotiva, contribuendo ad aumentare il pathos delle varie tracce; il tutto ovviamente, condito dai consueti fraseggi di chitarra e dagli assoli ficcanti dell'ottimo Aydan.

Brani come l’iniziale Rapture, l’ammaliante Bride Of The Night, la feroce The Hanging Tree, la graffiante To The North, la celtica Covenant, la romantica An Autumn Reverie, o la conclusiva The Repentant (tanto per citarne alcuni, ma il discorso andrebbe esteso a tutte le songs), sono composizioni che lasciano un segno indelebile e non concedono un attimo di tregua all’interno dell’animo dell’ascoltatore, il quale, dal canto suo, lasciandosi sedurre dalla maestosità delle melodie create ad arte dai Nostri, sembra vivere la sua personale epopea all’interno della narrazione.

Proprio quest’ultimo aspetto, particolarmente tangibile in Rapture, ha sempre rappresentato una costante nello stile compositivo degli Elvenking e, anzi, negli anni, tale peculiarità è stata addirittura affinata, diventando il vero e proprio marchio di fabbrica del sound dei Nostri.
La band infatti si è sempre contraddistinta per questa sua abilità, tramite il proprio inconfondibile songwriting, ma soprattutto attraverso l’emozionante interpretazione che i vari componenti sanno darne, di trasportare il pubblico all’interno del proprio mondo, in cui si svolge la storia, regalando sprazzi di pura magia ed evasione dal piattume (o pattume, che dir si voglia) del mondo circostante.

Pertanto, se volete fuggire dalla triste realtà che vi sta intorno, per regalarvi quasi un’ora di emozioni intense, sognando ad occhi aperti di essere in un mondo, certo inventato, ma molto più dignitoso e genuino (non che ci voglia molto) di quello reale, in cui vi trovate abitualmente, tuffatevi nelle eleganti atmosfere sognanti, ma anche piene di sana rabbia repressa (va bene la musicalità del folk, ma parliamo pur sempre di METAL, capito Eluveitie?!) di Reader Of The Runes-Rapture e ne uscirete rinsaviti.

Ora, non resta che attendere che le rune vengano nuovamente lanciate...






Recensione a cura di Ettore Familiari

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