A forza di devastarmi le orecchie con musica estrema credo di aver imparato qualcosa … se un gruppo viene dalla Svezia, un ascolto é d'obbligo, é il minimo che si puo' fare per ringraziare eternamente la terra che ha dato i natali a band immortali … e cosi' , un po' per riconoscenza, un po' per curiosità mi sono imbattuto nel secondo album di questo terzetto proveniente da Ludvika (cittadina situata a nord-ovest rispetto la capitale) e subito dopo sono andato a recuperare anche il debut
'Thy Ancient Fire' … riconoscenza e curiosità sono state ripagate ? Assolutamente si !
'Weapons Of Spiritual Carnage' é un album devastante che riconcilia immediatamente l'ascoltatore con il concetto di death metal e con quello di metal estremo 'tout court' … perché tale entusiasmo ? Beh, se siete amanti dell'estremismo senza distinzione, non potrete non amare il riff d'apertura dell'opener
'Solemn Pestilence' di pregiata fattura black, cosi' come non vi potrà lasciare indifferenti la batteria tritatutto di
Janne Jaloma che non conosce soste, e che anche quando lascia spazio a momenti di respiro, come la parte centrale di
'Ocean Of Searing Hate' sa essere pesante, presente e totalizzante. I brani sono tutti incredibilmente sostenuti , con il poliedrico vocione di
Robert Karlsson che marchia indelebilmente le varie parti di ciascun brano, ora andando giù pesante con un growl potente ed incisivo, ora lanciandosi in urla spaventose, ma il vero mastermind della band é
Jonas Kjellgren che si occupa di 'tutte le corde' e la cui ispirazione sembra essere senza fine, arricchendo e donando una personalità propria a ciascuna delle 10 composizioni in un continuo susseguirsi di riffs ora semplici e taglienti ora mostruosamente complicati, con passaggi tecnici da urlo. In questo continuo turbinio di riffs, cambi di tempo e vocals alternate, trova sempre il suo posto una 'discreta', moderata, ma vincente melodia di fondo che sa plasmare ancor meglio il sound della band. Prendete la tradizione death svedese (anche quella 'più melodic) aggiungeteci i
Monstrosity più ispirati, un tocco di black, un buona componente thrash e una vena più modernista (
'Monolitic Suppressor Engaged') il tutto condito da una forte 'attitudine prog' e forse sarete vicini ad immaginare cosa potrete trovare in questo gioiello... Il mio consiglio é di far vostro quest'album spettacolare il cui unico 'punto debole' potrebe essere la copertina un po' 'banale e fanciullesca', per il resto si sfiora l'eccellenza … Devastazione in loop
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