Ci sarà un motivo che avrà spinto la label francese dopo solo un anno a ristampare il debutto di questo quartetto nostrano.
Questa opera prima in origine pubblicata dalla piccolina
Unspekable Axe Records, sub label della
Dark Descent, ora li vede sotto il marchio nobile della
Season Of Mist.
C’è da dire che i numi tutelari dei nostri saltano fuori come dal nulla ovvero
Death e
Pestilence, basta sentire l’opener “
Flame of consciousness” dalla bella parte centrale o dalla seguente thrashy “
Fall apart” dai cambi di tempo repentini tra cavalcate, accelerazioni, riffing serrati e la parte vocale ben gestita dal batterista
Andrea Feltrin.
Si sente proprio che lo spirito del compianto
Chuck Schuldiner aleggia per tutti gli otto brani di questo album.
Non che sia un difetto, anzi, bisogna dire che la band italiana non eccede in sbrodolamenti eccessivi di tecnica ma resta rispettosa del formato canzone dove ci sono si guizzi virtuosi ma non fini a se stessi, arricchiscono il tutto con fluidità.
“
No empathy” parte con una salva di rullate per poi ecco arrivare un mid tempo roccioso condotto bene dal basso attraverso tempi spezzati con saliscendi di chitarra.
Ci sono anche accelerazioni miste a tempi cadenzati thrash/death con cori da gang ma con la melodia sempre presente.
La conclusiva strumentale “
Requiem for sanity” è breve e fa sentire l’estro chitarristico su un tappeto acustico.
Questo debutto non è malaccio, è ben fatto ed eseguito con una produzione adatta al genere ma che non rende troppo fredda la musica, adesso aspetto al varco il secondo tomo e voglio sentire la personalità dei nostri, per ora promossi con fiducia.
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