Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2023
Durata:42 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. ARMAGEDDON
  2. UNSHACKLE ME
  3. COMING ALIVE
  4. HEARTBEATS
  5. DEMON
  6. KISS OF DEATH
  7. NOSTALGIA
  8. NO TOMORROW
  9. AT THE END OF THE RAINBOW
  10. METAL SUPREMACIA
  11. WHITE LIGHTS IN THE USA
  12. KEEP THE FLAME ALIVE
  13. WHEN THE THUNDER ROARS (CROSS FIRE)

Line up

  • Olof Wikstrand: guitars, vocals
  • Jonas Wikstrand: drums
  • Jonathan Nordwall: guitars
  • Garth Condit: bass

Voto medio utenti

C’erano tre svedesi ed un americano, no non è una barzelletta anche se potrebbe esserne un possibile inizio, questo è quello che è successo agli Enforcer.
Gli scandinavi hanno imbarcato nella line-up nel ruolo di bassista lo statunitense Garth Condit già presente in formazioni come Slumbering Sun e Scorpion Child.
Questa sesta fatica vede la band frenare e fare una parziale retromarcia rispetto al precedente full che è stato considerato leggerino dai più, anche se a me era piaciuto.
Qui c’è un parziale recupero dell’integrità metal degli anni sotto Earache con brani come “Coming alive”, “Demon”, “Kiss of death” dove si risentono le rasoiate e soprattutto quel piglio senza compromessi che li aveva lanciati nei primi anni della carriera.
Ma non è tutto rose e fiori, perché in alcuni episodi c’è da ammettere che zoppicano come se non volessero scontentare i due poli opposti, ovvero chi vuole il puro heavy metal e chi invece vuole la rocciosa melodia, con tracce innocue come “Heartbeats” e “No tomorrow” che hanno una verniciata di metallo ma nulla di più.
Ben fatta invece la titletrack, una sorta di ballad elegiaca aperta da chitarre acustiche con all’interno una nota malinconica di fondo; belle cannonate speed metal sono “Metal supremacia” e la conclusiva “When the thunder roars (Cross fire)” dove la prima è cantata tutta in spagnolo.
Sesto full che è discreto, sarebbe stato un buon disco se la band avesse lasciato perdere gli esperimenti commerciali e avesse focalizzato di più il versante heavy metal, ma ci siamo quasi.

Recensione a cura di Matteo Mapelli

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